martedì 7 luglio 2015

Repubblica 7.7.15
D’Attore, minoranza dem
“In piazza coi greci per dire al mio Pd basta con la Merkel”
intervista di Concetto Vecchio


ROMA . «Quando il Parlamento greco ha approvato la proposta di celebrare il referendum in me è scattata una molla emotiva: lunedì d’istinto ho prenotato il biglietto aereo per Atene». Alfredo D’Attorre, il democratico meno renziano di tutti, ha scommesso sin da subito sul successo del No. Sabato sera si è imbarcato con Fassina. E’ stato l’unico fra i 419 parlamentari del Pd a ritrovarsi in piazza Syntagma a intonare “Bella ciao”.
D’Attorre, il senatore Marcucci aveva ironizzato sui comici voli charter a sostegno di Tsipras. Sente di essersi preso una rivincita?
«Mah, di battute sarcastiche ne ho sentite tante, Renzi addirittura ha sostenuto che fosse una consultazione per tornare alla dracma. Denotano un’impreparazione molto profonda della partita in corso».
Cosa le resterà di questi due giorni ad Atene?
«La dignità composta dei greci, i volti di intere famiglie, e poi il coraggio di Tsipras, capace di mettere in gioco la propria permanenza al potere pur di non tradire il mandato popolare ricevuto».
Cosa pensa di Renzi, che ora invoca “politica, non solo parametri”?
«La Merkel difende il suo Paese,il proprio elettorato, Renzi non si capisce cosa difenda. Porta avanti una linea miope, contraria agli interessi dell’Italia».
Perché mai schierarsi per il Sì sarebbe una linea antinazionale?
«Renzi doveva porsi dalla parte del cambiamento, e invece ancora una volta, dopo Jobs Act e scuola, ha collocato il Pd dalla parte sbagliata. Spero che smentisca Serracchiani, secondo la quale i soldi per il referendum sono buttati via. Una posizione imbarazzante per la concezione della democrazia che esprime».
Lo schieramento pro Grecia va da Vendola a Grillo, da Salvini a Meloni. Dove sono le ragioni della sinistra?
«Non sono andato ad Atene per costruire un’altra maggioranza di governo, ma per affermare l’idea che c’è un Pd non d’accordo su questo appiattimento totale sulla Merkel».
Perché non lascia il Pd?
«Finché vedo uno spiraglio rimango per battermi contro lo snaturamento definitivo del Pd».