martedì 7 luglio 2015

La Stampa 7.7.15
Stefano Fassina
“Ora l’Europa riveda le sue ricette fallite”
intervista di P. Bar.


1. «Dopo il no al referendum greco finalmente l’Europa dovrebbe farsi carico del problema sistemico che abbiamo nell’Eurozona. La Grecia aveva problemi seri sia prima di entrare nell’euro sia prima della crisi del 2008-2009 e la cura che è stata somministrata al Paese, che è poi la cura che viene somministrata a tutti, non fa altro che aggravare la malattia. La ricetta mercantilista fondata sulla svalutazione del lavoro, alternativa alla svalutazione della moneta, porta solo alla deflazione, alla insostenibilità dei debiti pubblici e al naufragio dell’Eurozona. Questo ora dovrebbe essere il tema sul tavolo, che poi dovrebbe trovare una applicazione specifica al caso greco. Che vuol dire innanzitutto riconoscere che il loro debito pubblico è insostenibile».
2. «Ricordo che è dal 26 gennaio, ovvero dal giorno dopo che Tsipras si è insediato, che il governo greco segnala che il debito è insostenibile. Una questione che è stata negata sino a due giorni prima il referendum, quando su pressione degli Usa il Fondo monetario ha pubblicato il suo rapporto. Se si fosse fatta prima l’operazione verità, invece di tentare di imporre un memorandum insostenibile, probabilmente avremmo già risolto tutto».
3. «Si. È più forte perché si dimostra che la posizione della Grecia non è quella di un governo capriccioso ed irresponsabile come è stato descritto da più parti, ma dell’intero popolo greco. Ed è più forte perché il voto di domenica non è il voto di chi non vuole bere l’“amaro calice”, ma è un voto di chi la catastrofe l’ha già subita a causa dei primi due memorandum che sono stati loro imposti. Cosa che, tra l’altro, ha reso nulle tutte le previsioni di una nuova catastrofe in caso di vittoria dei no».
4. «Certamente no. Bastava vedere la gente che l’altra sera stava in piazza: nonostante la netta affermazione del no c’era un clima molto sobrio. Sono tutti consapevoli del fatto che non basta questo voto a risolvere i loro problemi. Il punto, però, che non si è ancora compreso è legato al contenuto dell’ultimo memorandum. Per capirci meglio: se lo rapportiamo al nostro Pil è come se a noi avessero chiesto di effettuare una manovra da 70 miliardi in 12 mesi e di tagliarne 9 alle pensioni in 6 mesi. Roba da far sprofondare ancora di più il Paese. Era oggettivamente insostenibile: l’unico obiettivo era quello di affondare Tsipras».
5. «Spero che il governo tedesco non sia così irresponsabile da arrivare a tanto, e che i governi italiano e francese smettano di essere così subalterni. E da parlamentare italiano vorrei che il nostro governo si impegnasse di più per sostenere l’interesse dell’Italia che in questa fase vuol dire dare una soluzione sostenibile alla Grecia».
6. «Continuare come ha fatto in questi mesi ed ignorare i dati di realtà: il mercantilismo fondato sulla svalutazione del lavoro è insostenibile. Non possiamo crescere solo attraverso le esportazioni».
7. «Deve evitare di invogliare soluzioni di aggravamento dell’economia: arretrare significherebbe solamente compromettere ulteriormente le condizioni della Grecia».