Repubblica 16.7.15
Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel
“Vendola sarebbe un candidato di straordinaria qualità”
intervista di Mauro Favale
ROMA . «Ho l’impressione che se qualcuno glielo chiedesse rischierebbe di essere maltrattato». Nicola Fratoianni sorride e incassa. Davanti all’ipotesi che Nichi Vendola possa essere la carta coperta di Sel nella trattativa sul Campidoglio dopo le dimissioni di Luigi Nieri, il coordinatore nazionale del partito prova a sgombrare il tavolo: «Nichi viene da una lunga, importante e faticosa esperienza amministrativa e ho qualche fondata idea che questa ricostruzione non sia molto realistica. Certo, la sua sarebbe sicuramente una figura di straordinaria qualità».
Intanto, però, Sel a Roma ha perso un ruolo chiave ed è fuori dalla giunta. A quali condizioni potreste rientrare? «La discussione sui posti non ci appassiona. Come non stanno in piedi ipotesi fantasiose secondo cui, perso un vicesindaco, si possano “acquistare” due assessorati. Se stiamo a questo non ci sediamo a nessun tavolo».
Qual è il punto, allora?
«La politica. Cosa si fa a Roma. Cosa il governo fa con la capitale. Se la mette in condizioni di operare intervenendo sul patto di stabilità e su un piano di rientro che strangola ogni possibilità operativa. Se e quando arrivano i fondi per il Giubileo. Se, insomma, questa amministrazione ha l’ossigeno politico per operare o se si procede con un commissariamento mascherato. Se lo si vuol fare, lo si faccia in modo formale».
Il vostro ora è un “appoggio esterno”: cosa succede adesso?
«La nostra presenza in giunta è venuta meno, è un dato di fatto. Luigi, per noi, ha rappresentato una figura fondamentale in quella squadra, oltre ad essere un ottimo amministratore vittima di un’indegna campagna che si è scatenata intorno a lui al di là di qualsiasi ipotesi di coinvolgimento giudiziario. Detto ciò, Marino a Roma rappresenta un’alternativa agli interessi criminali e l’occasione per determinare una discontinuità duratura».
Il Pd romano vi invita a non rompere l’alleanza.
«Nonostante le enormi difficoltà a livello nazionale, nessuno ha mai pensato di far cadere le amministrazioni locali. L’esperienza della capitale la consideriamo importante ma non è a tutti i costi. Bisogna valutare se ci sono gli spazi per concentrarsi non solo sulla doverosa battaglia di legalità ma anche per incrociare le emergenze sociali. Altrimenti c’è il rischio di venire percepiti come in un fortino assediato, separato dai problemi delle persone in carne ed ossa».
Credo che se qualcuno glielo chiedesse rischierebbe di essere maltrattato... La discussione sui posti non ci appassiona, ma sta di fatto che la nostra presenza in giunta è venuta meno.