venerdì 10 luglio 2015

Repubblica 10.7.15
Davide Zoggia, minoranza dem
“Il nostro no servirà almeno a dialogare con gli scontenti”
Quello della scuola è sempre stato un nostro mondo,ora tutti sono contro la riformaSul Senato chiediamo modifiche, e nella maggioranza del Pd c’è chi ha dubbi
intervista di U. R.


ROMA. «Questa è una legge che rischia di far allontanare tanta gente dal Pd, ci farà perdere un sacco di simpatie. E quindi di consensi, e di voti».
Per questo, onorevole Zoggia, ha deciso di non votare il provvedimento sulla scuola?
«Quello della scuola è sempre stato il nostro mondo, per gli insegnanti da sempre la sinistra è stata un punto di riferimento. E invece, come è finita? ».
Come è finita?
«Che tutti quanti sono scesi in piazza contro la riforma voluta da Renzi. Vorrà pur dire qualcosa, no? Il governo ha tirato dritto, nessun ascolto rispetto alle grandi proteste venute da tutt’Italia».
State provando voi della sinistra pd a raccogliere questa protesta?
«Almeno, non votando a favore, cerchiamo di mantenere aperto un canale, un ponte con questa grande area di malcontento. Nell’interesse stesso del Pd, prima ancora che come sinistra interna. Renzi aveva promesso un ampio confronto, per esempio un’assemblea nazionale sulla scuola. L’avesse convocata davvero, forse non sarebbe andata così».
E i centomila precari assunti?
«Si poteva pensare ad un provvedimento ad hoc sulla stabilizzazione, mirato solo sui precari, invece di mettere in campo tutta questa cosiddetta riforma ».
Indigeribile la legge o per voi indigeribile Renzi?
«Non è mai facile dire di no ad una legge del proprio governo, del proprio partito. Quindi, non è stata una decisione semplice ma molto travagliata. Abbiamo tentato di cambiare il testo, inutilmente. In aula al momento del voto finale, e non a caso, sono scoppiati anche gli applausi della destra».
La mutazione genetica del partito renziano?
«I consensi vanno allargati, ma senza lasciarsi dietro pezzi interi del proprio elettorato. E anche le riforme vanno fatte, ma non a perdere. Ci perdiamo la sinistra ma il nostro futuro non può essere l’Ncd».
Preoccupato per eventuali ritorsioni dalla maggioranza pd?
«Non direi. Non puoi sognare il centralismo democratico a Roma e predicare il partito leggero sul territorio, dove annaspiamo ».
Prossima puntata, il vostro no alla riforma costituzionale?
«Non è una telenovela contro il partito. Non puntiamo a far saltare il banco ma a ragionare insieme su alcune modifiche. E vedo che anche all’interno della maggioranza del partito, dall’elezione diretta del Senato fino all’Italicum, i dubbi crescono».
(u.r.)