martedì 14 luglio 2015

La Stampa 14.7.15
Scissionisti, transfughi e rifondatori
I verdiniani ultimi di mille nuovi partiti
Civati lancia la Cosa Rossa, Rotondi la Rivoluzione Cristiana E a destra ventiquattro sigle cercano di far rivivere An
di Mattia Feltri


Quando a fine mese verrà fondato, Azione liberale o Azione liberale per le autonomie, comunque si chiamerà, sarà più o meno (una contabilità precisa è impossibile) il trentesimo partito nato nella XVII legislatura. Azione liberale o Azione liberale per le autonomie, comunque si chiamerà, sarà il partito dei verdiniani - da Denis Verdini - scisso dalla nuova Forza Italia, già Popolo della libertà, a sua volta scaturito dalla fusione fra la vecchia Forza Italia e Alleanza nazionale (a proposito: ex di An assieme a dirigenti di altre ventiquattro sigle di destra che ci rifiutiamo di elencare si sono appena riuniti per rifondare la vecchia An, purché sia una nuova An). Lo ha annunciato, si intende la nascita di Azione liberale o Azione liberale per le autonomie, il senatore Vincenzo D’Anna che però, a differenza di Verdini, non viene da Forza Italia ma da Grandi autonomie e libertà, gruppo parlamentare che raccoglie ex dipietristi, ex socialisti, ex verdi, ma anche rimarchevoli leader di movimenti come Grande Sud e Vittime della giustizia e del fisco. Già che siamo nella feconda area di centrodestra, segnaliamo volentieri la recentissima inaugurazione di Movimento Rivoluzione Cristiana, il nuovo partito dell’ex democristiano (ma anche ex Ppi, ex Cdu, ex Udc, ex Dc per le Autonomie, ex FI, ex Pdl) Gianfranco Rotondi, che intende dare domicilio ai cattolici della Terza repubblica.
Se questo vorticare di sigle vi ha dato alla testa, fermatevi perché non siamo nemmeno all’inizio: il centrodestra ha appena festeggiato la venuta alla luce di Conservatori e Riformisti, in ispirazione ai Tory inglesi, fin qui noti come i fittiani (cioè i seguaci di Raffaele Fitto), intanto che Flavio Tosi, sindaco di Verona ed ex leghista, cerca il nome del suo partito sottoponendo la scelta a una consultazione on line: si è votato fra Italia del fare, Popolo del fare, Movimento del fare, Faro per l’Italia, Faro per il Paese, Libertà del Fare, Fari del popolo e tanti altri ancora che non possiamo riportare per assoluta mancanza di spazio: ci si accontenterà di conoscere i tre finalisti: Italia del fare, Popolo e del fare e Fare! In realtà c’è fermento anche in Scelta civica, dove il segretario Enrico Zanetti è stato incaricato di trovare un nuovo simbolo e un nuovo nome al movimento che fu di Mario Monti e che ha avuto una vita tribolatissima: si cominciò con la fuoriuscita della componente popolare che faceva capo a Mario Mauro e che si unì con l’Udc a formare Per l’Italia; da lì in poi la trama è un garbuglio, Lorenzo Dellai ha fondato Democrazia solidale, altri si sono uniti al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano in Area popolare, un senatore ligure è promotore di Liguria civica, il resto è andato un po’ qui e un po’ là.
A questo punto non si deve pensare che a sinistra stiano con le mani in mano. Già tutti sanno di Possibile, la formazione di Pippo Civati esule del Pd, e di Coalizione sociale, che secondo i propositi del padre, il sindacalista Maurizio Landini, non è un partito né un movimento ma una specie di mobilitazione permanente (sempre che abbiamo ben compreso). Possibile e Coalizione sociale a ottobre confluiranno, ma non è detto, in una Cosa Rossa, una specie di federazione di partiti alla sinistra del Pd di Matteo Renzi, promossa da Sinistra e libertà di Nichi Vendola e a cui guarda con interesse Stefano Fassina, che dal Pd se ne è andato ma ancora non ha messo in piedi il suo partito. E così, per tornare all’inizio, perché pare una gran confusione ma alla fine tutto torna in un cerchio perfetto, Azione liberale o Azione liberale per le autonomia, comunque si chiamerà, viene messa in piedi proprio per dare una mano al premier ora che perde uomini a sinistra. Rimangono però dei drammatici interrogativi: che cosa faranno quelli di Alternativa libera, il gruppo dei secessionisti del Movimento cinque stelle? E quelli di Gap, gruppo azione partecipazione popolare, altri e minoritari secessionisti ex grillini? E quelli di Italia lavori in corso, ulteriormente minoritari secessionisti...