il Sole 3.7.15
Tagli alla Sanità per 2,3 miliardi
Tra le novità nuovi prezzi di farmaci, beni e servizi e la riduzione dei primari
di Barbara Gobbi e Roberto Turno
Nuovi prezzi dei farmaci, tagli all’acquisto di beni e servizi, tetto al 4,4% e pay back per i dispositivi medici. Ma anche stop alle ricette inutili per la specialistica e medici spreconi nel mirino. Ospedaletti addio, riduzione di primariati e ricoveri di lunga degenza sotto scacco. Eccola l’intesa tra Governo e Regioni sulla spesa sanitaria, siglata ieri dopo sei mesi di tira e molla anche per l’“effetto urne” di maggio. Dovrebbe produrre risparmi per 2,35 miliardi già quest’anno, se ce la farà. E replicare nel 2016, anche se si profila l’aumento del Fondo sanitario e la revisione del «Patto salute».
I contenuti dell’accordo saranno adesso trasferiti nel decreto legge Enti locali all’esame del Senato. Ma ci sarà una coda: entro fine settembre saranno riviste a un tavolo Governo-Regioni-Aifa le regole di governance della spesa farmaceutica, inclusi tetti e pay back, che per metà ottobre confluiranno nella manovra 2016. Un tavolo fortemente voluto dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che già a una manciata di ore dall’Intesa, intervenendo all’assemblea di Farmindustria, aveva posto l’altolà a ulteriori sacrifici in sanità e per la farmaceutica. Tra le Regioni, Lombardia, Liguria e Veneto non hanno partecipato alla Conferenza Stato-Regioni, pur dichiarandosi contrari all’intesa, che di fatto per la loro assenza non hanno bloccato. Il tutto, non senza code polemiche e contestazioni. A partire da Assobiomedica, associazione dei produttori di dispositivi medici,che per effetto dei tagli denuncia il rischio di un crollo delle prestazioni e dell’occupazione e «una quantità esorbitante di ricorsi» contro l’accordo. «Va sfruttato il tempo in più per riflettere sui tagli», sostiene invece il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.
Beni e servizi e dispositivi sono intanto i più colpiti, con tagli 2015 per 1,3 miliardi. Per beni e servizi non sanitari (dalle lavanderie ai cibi per le mense, passando per servizi di pulizia o riscaldamento fino alle assicurazioni professionali) scatta la rinegoziazione dei contratti in essere con abbattimento del 5% dei costi. Contratti da rivedere anche per i dispositivi medici, con tetto di spesa al 4,4%: le imprese in aggiunta dovranno ripianare l’extratetto regionale del 40% quest’anno, del 45% nel 2016 e del 50% dal 2017 in poi.
Ci sarà poi guerra aperta contro l’inappropriatezza delle prestazioni di specialistica: quelle “inutili” le pagheranno gli assistiti e i medici “spreconi” subiranno una riduzione del trattamento accessorio se dipendenti del Ssn, e un taglio delle quote variabili e dell’integrativo locale se medici di famiglia. Anche i manager di asl e ospedali risponderanno dei mancati controlli. Altri risparmi arriveranno dai nuovi standard ospedalieri tra taglio dei mini-ospedali, riduzione dei primariati e della durata della degenza. E anche dalla riduzione delle centrali operative 118.
Dalla farmaceutica si attendono complessivamente 500 milioni di minor spesa su base annua. Il punto di partenza è l’individuazione dei prezzi di riferimento con rimborso massimo tra farmaci terapeuticamente assimilabili. Operazione complessa che l’Aifa dovrà concludere entro il prossimo 30 settembre con una rinegoziazione dei prezzi con le singole imprese. Le imprese potranno spalmare la riduzione tra i propri medicinali. Senza accordo le industrie rischiano la retrocessione in classe C dei propri prodotti, ma anche il pay back del risparmio atteso.
Ma non solo. Per la farmaceutica si prevede anche la riduzione dei prezzi dei farmaci biotech alla scadenza del brevetto e la revisione dei prezzi per i medicinali sotto procedura di rimborsabilità condizionata (payment-by-result, risk-cost-sharing, sucess free). Questa revisione si applicherà quando, dopo almeno due anni di commercializzazione, i benefici risultino inferiori rispetto a quelli previsti dagli accordi. Per la farmaceutica, d’altra parte, saranno decisive le norme che finiranno nella manovra 2016, che interesseranno anche i farmaci innovativi, a partire da quelli per l’epatite C.