Il Sole 15.7.15
Da settembre emergenza presidi
Un istituto su cinque non avrà un dirigente di ruolo - Allarme rosso per Lombardia e Campania, le regioni più in sofferenza saranno quelle del Nord
di Claudio Tucci
ROMA Finora la discussione si è incentrata sui poteri dei dirigenti scolastici. Ma a settembre di “presidi-leader educativi”, o presunti tali, rischiano di essercene davvero pochi: in assenza infatti dell’annunciato concorso per oltre 2mila posti (che doveva bandirsi entro marzo) gli istituti scolastici che il prossimo anno avranno bisogno di un dirigente “reggente” sono oltre 1.700, e precisamente 1.738 secondo i primi calcoli dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi. Nel complesso sono 8.123 le scuole autonome (8.123) e 385 le scuole sottodimensionate (che per legge dovranno essere rette necessariamente da un reggente), per un totale di 8.508 istituti da portare avanti nella gestione. Il che significa, nei fatti, che una scuola su cinque non avrà un preside di ruolo.
La situazione è lentamente sfuggita di mano al ministero dell’Istruzione. Il 1° settembre cesseranno dal servizio 767 presidi, riducendo così l’organico dirigenziale a 6.896 persone. Sempre a settembre, partiranno i nuovi Centri per l’istruzione degli adulti (i Cpia), che hanno bisogno di 126 dirigenti. Senza considerare, poi, gli strascichi della vecchia selezione Profumo del 2011, che non si è ancora chiusa in alcune regioni. «In Lombardia siamo all’allarme rosso - sottolinea il numero uno dell’Anp, Giorgio Rembado - la magistratura amministrativa, di recente, ha nuovamente cassato la prova, e sono in ballo circa 500 posti. Qualora non si trovasse in tempi rapidissimi una soluzione avremmo un’anomalia assoluta con almeno una reggenza per ciascun dirigente in servizio».
La questione è delicata anche in Campania: «Qui l’Ufficio scolastico regionale ha bloccato l’assunzione di 206 presidi sempre per controversie giudiziarie - aggiunge Rembado - e pure qui servono risposte veloci».
Per la Lombardia, spiegano dal ministero dell’Istruzione, potrebbe aprirsi uno spiraglio visto che è stata accolta la sospensiva richiesta dal Miur (ora le commissioni d’esame dovrebbero completare celermente i colloqui).
Il punto è che la nuova procedura concorsuale è sparita dai radar e, considerato il tempo necessario per l’espletamento della selezione (variabile ricorsi a parte), si rischia di non fare in tempo a immettere in ruolo i vincitori per settembre 2016 (con la conseguenza di allargare ancor di più il numero di reggenze). A settembre le regioni più in sofferenza saranno quelle del Nord (Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), tenendo presente che un dirigente reggente si può trovare a gestire contemporaneamente 4/5 istituti, anche di gradi diversi.
A complicare la situazione c’è poi la questione dell’esonero dei vicari. Oggi la riforma Renzi-Giannini sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale (ieri non sono mancate le polemiche di studenti e opposizioni per la firma del Capo dello Stato), ma il provvedimento non si coordina con la legge di Stabilità 2015 che ha previsto l’abolizione dell’esonero dall’insegnamento per i collaboratori del preside, in considerazione dell’attuazione dell’organico dell’autonomia. La «Buona Scuola» tuttavia sposta al 2016-2017 la costituzione di questo organico funzionale. Si rischia pertanto di avviare l’anno scolastico senza copertura degli esoneri: «Ho scritto al ministro Giannini - evidenzia Rembado -. Le scuole stanno predisponendo in questi giorni il piano per l’avvio del prossimo anno e devono avere la certezza circa l’esonero dei vicari».