sabato 11 luglio 2015

il Fatto 11.7.15
Donazioni ai partiti: pochi soldi ai tesorieri
di Antonio Padellaro


C’è poco da fare, i 16.518 italiani che nel 2014 hanno versato “volontariamente” la miseria di 325 mila euro ai partiti, sono il sondaggio più autentico e inappellabile sulla popolarità della politica che rasenta ormai lo zero assoluto. Che non c’entri la crisi è dimostrato dal miliardo donato alla Chiesa cattolica e, del resto, ormai tutti hanno capito la differenza che esiste tra chi trasforma i soldi ricevuti in aiuti a chi soffre e chi soffre perché non viene più aiutato a beccare quattrini. Ad abboccare alla favola del “costo della democrazia” deve essere rimasto soltanto qualche parente prossimo (e pure incline al masochismo) della pingue casta che, peraltro, se la passa benone tra emolumenti, vitalizi e prebende varie. Purtroppo per i tesorieri in gramaglie (Sposetti in primis, che quando piange se la ride sotto i baffi), sono stati quei maledetti Cinquestelle a rovinare il giochino da quando hanno dimostrato che si può fare politica, e con un certo successo, senza toccare un solo euro pubblico. E per restare al Pd, a cui è andata buona parte dell’elemosina, ci spiegate per quale diavolo di motivo un contribuente sano di mente dovrebbe privarsi di un solo centesimo per donarlo, per esempio, a quel malfamato partito romano che il due per mille (ma anche molto di più) se lo faceva versare da Mafia Capitale? Ah, le vacche grasse sono finite dietro le sbarre? Coraggio, uno può sempre cercarsi un lavoro.