martedì 7 luglio 2015

Corriere 7.7.15
Duri, puri e di successo Il miracolo di Angela: resuscitare i «compagni»
di Pierluigi Battista


Il ciclone Tsipras ha anche dissolto il comodo schema delle due sinistre che ha occupato la scena per decenni. Un fattore K rovesciato, con la sinistra massimalista, radicale, estremista, «comunista» che aveva il monopolio della purezza e, insieme e indissolubilmente, della sconfitta. E la sinistra riformista, moderata, attenta alle «compatibilità di sistema» che accettava un po’ di compromessi con se stessa ma alla fine conquistava l’elettorato e poi il governo. Il referendum scompiglia le categorie. Massimo D’Alema, un tempo bersaglio della sinistra dura e pura solo per aver vagheggiato l’idea di incarnare il Blair italiano, oggi spopola in un video in cui difende la Grecia vessata dall’avidità delle banche e dalla miopia del governo Merkel sostenuto anche dai socialdemocratici tedeschi. Vince il compagno Tsipras nei simboli, nelle urne, e nell’immaginario. Perfino Renato Brunetta applaude i comunisti greci. Qualcosa è cambiato davvero.
I socialisti spagnoli arrancano a fatica, con il rischio di essere spodestati dall’estremismo anti euro di Podemos. Il socialismo spagnolo ha una sua storia gloriosa. La sinistra era il Psoe, nell’era post franchista in cui i comunisti di Santiago Carrillo vennero praticamente spazzati via nella democrazia finalmente tornata a Madrid dopo decenni di dittatura. Oggi il terremoto dell’euro, accompagnato dal trionfo referendario di Tsipras, rischia di mettere i socialisti riformisti spagnoli, malgrado la ripresa e la crescita della Spagna, in un angolo. Un po’ diverso il caso francese, dove il socialismo di Hollande e di Valls rischia di essere spazzato via non dalla sua sinistra estrema, ma dalla tenaglia del populismo di Marine Le Pen e della nuova aggressività tutt’altro che eurodogmatica della destra su Sarkozy.
In Italia non sono certo i seguaci di Tsipras a convogliare gli umori che potrebbero mettere in crisi il modello del democratico Renzi, che ha fatto entrare il Pd nella famiglia oggi in crisi dei socialisti europei. C’è Beppe Grillo, che però ha drenato un’area di protesta non lontano dagli umori della sinistra radicale, anche se ideologicamente molto dissimile dai modelli della sinistra classica, anche di matrice «comunista». Ma il Grillo che sventola la bandiera greca all’ombra del Partenone può esercitare un richiamo fortissimo per un elettorato di sinistra che il referendum di Atene sospinge all’indietro. Duri e puri, e anche vincenti. Questa è la grande, sconvolgente novità.
I socialdemocratici tedeschi, che stanno in condominio governativo con la Merkel, come prenderanno questa secessione nella sinistra europea di cui la stella Tsipras è solo la manifestazione più clamorosa? L’Europa di sinistra è in subbuglio. Il richiamo del passato, il «comunismo», si salda con un fortissimo appeal presso i giovani che sentono l’euro come una prigione, la Merkel come una tiranna, e non conoscono l’incubo storico dell’Europa tragica e cruenta finalmente pacificata. Non sanno quanto sia costata la pace in Europa. E ad oltre 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino non immaginano neanche il significato simbolico di una Grecia che, ripudiata dall’Europa liberaldemocratica e ancorata ai valori dell’Occidente, si avvicina alla Russia di Putin: Russia post sovietica, ma sempre autoritaria, imperialista, illiberale.
È la rivincita del massimalismo, prima condannato nel recinto minoritario e oggi in grado di trascinare nel suo linguaggio persino un esponente del realismo politico come Massimo D’Alema. Il panorama politico europeo esce sconvolto dal referendum greco, non è solo una questione di moneta e di finanza. L’eurosinistra smentisce decenni di stereotipi e di certezze. Blair non c’è più e Tsipras è il nuovo modello vincente. L’Italia e la Spagna, la Francia e la Germania quale sinistra avranno nei prossimi anni, anche per competere con una destra aggressiva come quella di Le Pen e Salvini? C’è chi scommette con Tsipras nel ribaltamento degli schemi della sinistra europea. E non è detto che la scommessa debba essere pagata in euro.