domenica 5 luglio 2015

Corriere 5.7.15
L’Italia gioca d’anticipo, 100 imprese in missione a Cuba
Il viceministro Calenda: «L’Avana ha chiesto all’Europa di investire e di credere nel suo futuro»
di Roberto Bagnoli


ROMA «Dobbiamo seminare adesso, Cuba non vuol tornare ad essere una colonia americana, L’Avana ha chiesto all’Europa di investire e di credere nel suo futuro». Carlo Calenda, viceministro per lo Sviluppo economico, spiega il senso della missione italiana in terra cubana: un centinaio di imprenditori, più dieci associazioni, banche, uomini di governo e Confindustria che tra oggi e domani arriveranno all’Avana per posizionarsi in vista di un possibile avvio di commesse. Il piatto è abbastanza ricco. Rispetto agli attuali 300 milioni di interscambio tra Italia e Cuba in ballo ci sono 220 progetti di investimento prioritario per un budget di 9 miliardi di dollari, dal turismo alle infrastrutture, dall’energia rinnovabile alle costruzioni e trasformazioni agricole. L’avvio del processo di normalizzazione da parte del presidente americano Obama e la prossima apertura delle ambasciate a Washington e L’Avana hanno impresso una forte accelerazione all’integrazione di Cuba nell’economia globale.
Per Calenda l’Italia «si trova in pole position e in vantaggio su altri Paesi». «Il potenziale è enorme - aggiunge il viceministro - tanto per fare un esempio Cuba è leader nella raccolta della canna da zucchero ma importa lo zucchero perchè non sa raffinarlo». Il governo di Raul Castro ha fatto capire che darà priorità agli investimenti europei. Alla ricerca di una terza via che non consegni ancora una volta il Paese al capitalismo. Anche per questo mercoledì ci sarà un workshop per spiegare ai cubani il modello di impresa cooperativa italiana. Raul Castro è venuto recentemente in Italia e Matteo Renzi dovrebbe contraccambiare la visita recandosi all’Avana in ottobre. Non c’è solo la curiosità per il mondo cooperativo a testimoniare la simpatia per l’Italia ma anche altri piccoli segnali come il recupero di 10 bozzetti (chiesti dal governo cubano a Roma) fatti un secolo fa dallo scultore Angelo Zanelli per restaurare le gigantesche statue (alte 25 metri) installate nel Campidoglio dell’Avana. Le banche che sostengono questa missione sono Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi. Le aziende italiane coinvolte sono per lo più di dimensioni medio-piccole ma ci sono anche big come Enel Green Power, Maire Tecnimont, Moby lines, Astaldi.