giovedì 16 luglio 2015

Corriere 16.7.15
In Campidoglio anche Sel prende le distanze
Il partito passa all’appoggio esterno, ma tra i nomi per il vicesindaco si fa pure quello di Vendola
di Alessandro Capponi


ROMA La «fase due», quella del rilancio e della «supergiunta», rallenta prima ancora di cominciare. Dopo l’addio del vicesindaco Luigi Nieri, adesso è Sel a sfilarsi dalla maggioranza e a scegliere «l’appoggio esterno». Così, adesso, «in questa situazione è difficile reggere», dicono i parlamentari renziani. Dopo aver perso o liquidato sette assessori in due anni, ora Marino deve risolvere anche la «grana» di una maggioranza che, oggi, in questo clima di strategie da rimpasto, appare spaccata. Ma non è l’unico problema.
Ignazio Marino, che al mattino cita Ernesto Guevara e al pomeriggio vola a Losanna per presentare la candidatura di Roma 2024, a metà giornata incontra il commissario del Pd romano, Matteo Orfini. Riunione non semplice: perché Orfini vorrebbe un rimpasto corposo — c’è chi dice che voglia cambiare metà della squadra, almeno quattro o cinque assessori — e così Marino, che nelle scorse settimane aveva provato a proporre soluzioni più «chirurgiche», attende proposte. Solo che il punto è: chi accetta di imbarcarsi in un’avventura che, in attesa della decisione di Alfano sullo scioglimento, appare comunque complicata? C’è una cosa che dice Matteo Orfini: «Non è neanche detto che il prossimo vicesindaco sia del Pd».
Così non si può escludere nulla: neanche che in questa trattativa che dovrebbe condurre alla «fase due» il posto che fu di Luigi Nieri venga confermato a Sel — così da ritrovare la sintonia di coalizione — con l’ingresso in squadra di personalità di livello nazionale. Tra i papabili, secondo i rumors del Campidoglio, lo stesso Nichi Vendola.
Difficile fare previsioni, naturalmente: visto che la stessa vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, spiega che dopo la relazione del prefetto Gabrielli, che dà parere negativo allo scioglimento del Comune, e le parole del procuratore Pignatone che individuano «una discontinuità e anche la possibilità di continuare l’azione di governo attendiamo fiduciosi la relazione del ministro Alfano. Da quel momento in poi sarà possibile ragionare sulla maggioranza politica e anche sugli assetti». Di certo, la soluzione per Roma non è semplice: una volta risolta la partita del vicesindaco (tra gli altri candidati sembra esserci Alfonso Sabella, il magistrato antimafia adesso assessore alla Legalità della Capitale) rimangono sul tavolo sia le altre caselle da sistemare sia, appunto, la partita con Sel. Per il vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, «la verità è che Sel, a Roma, da ora è in appoggio esterno alla giunta Marino. Adesso sta al sindaco spiegare alla città cosa vuole fare e con quale squadra». E la replica del Pd non si fa attendere: «È un errore». Non sarebbe il primo, a Roma, e c’è chi dice che rischierebbe di essere l’ultimo.