lunedì 13 luglio 2015

Corriere 13.7.15
La retata di avvocati che limita i diritti in Cina
di Guido Santevecchi


L’ allarme è arrivato nella notte tra giovedì e venerdì: «Sono le tre del mattino, è andata via la luce e c’è qualcuno che sta cercando di forzare la porta di casa...». Questo l’ultimo messaggio lanciato su un social network dalla dottoressa Wang Yu, noto avvocato dei diritti umani e civili in Cina. Da allora Wang Yu è scomparsa e secondo tutte le indicazioni è in mano alla polizia di Pechino. C’è un’offensiva contro gli avvocati cinesi: almeno 77 sono stati arrestati o interrogati a partire da giovedì. Le notizie sono arrivate da 15 province della Repubblica popolare, segno che la retata è coordinata a livello nazionale.
Venerdì la polizia è andata negli uffici dello studio legale di Pechino Fengrui, del quale fa parte Wang Yu, e ha portato via avvocati e personale: sabato mattina il Quotidiano del Popolo ha dedicato una pagina all’azione spiegando che «lo studio Fengrui è un’organizzazione criminale colpevole di aver pianificato turbative dell’ordine sociale in più di quaranta casi sensibili». Gli avvocati dello studio avevano difeso personaggi del dissenso accusati di sovversione per essersi esposti a favore del diritto di espressione e contro gli abusi di potere da parte di organi dello Stato. Ma nella requisitoria del giornale del partito comunista «questi avvocati senza fede né legge hanno moltiplicato i loro atti di sfida nei tribunali e su Internet».
La retata contro i legali arriva nella stessa settimana in cui il governo ha varato la nuova legge sulla sicurezza nazionale che tra altre misure prevede la sospensione dei collegamenti Internet per «difendere la sovranità nazionale». Tra i due fatti c’è un collegamento. Secondo Amnesty International: «Tutti gli avvocati arrestati erano attivi sui social media , è chiaro che il governo teme la mobilitazione sul web a sostegno dei diritti umani». E la paura accomuna tutte le mosse repressive recenti di Pechino: paura che la gente si possa organizzare comunicando in rete. Ecco spiegata la censura, l’oscuramento del web e gli arresti.