domenica 12 luglio 2015

Corriere 12.7.15
Varoufakis sceglie l’autoesilio ma prepara il ritorno in scena
di Marco Imarisio


ATENE La banda di Egina ha perso un pezzo. Ancora a giugno c’erano tutti all’En Plo, filiale di un istituto di credito riconvertita nel 2012 a elegante lounge café. «E’ stata l’ultima volta che li ho visti insieme» racconta William Theodoropoulos, uno dei gestori. «Dopo» aggiunge «le cose sono andate un po’ così».
Il locale dalle tende arancioni è proprio al centro del piccolo porto turistico dell’isola di fronte ad Atene. L’europarlamentare di Syriza Stelios Kouloglou era il terzo incomodo, il collante che nei fine settimana teneva insieme Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis, le rispettive consorti e gli altri amici. «Sono cittadino onorario dal 1995, facevo gli onori di casa. Eravamo un bel gruppo». E’ il primo ad ammettere che non succederà più. Da buon vaso di coccio lui si è trovato in mezzo a una crisi politica e anche personale, basta ascoltarlo per capire l’anima divisa in due del suo partito. «Yanis non ha mai voluto accettare la cultura della rappresaglia che l’Ue esercita nei nostri confronti, e di questo gli sono grato. Alexis però ha avuto l’onere di cercare un accordo. Adesso tocca a loro. Se non accettano significa che ci vogliono fuori, e quindi liberi tutti».
Il grande assente non risulta tale. La villa della moglie Danae è sul lato opposto dell’isola, davanti a un piccolo arcipelago. L’indirizzo e la strada per arrivarci non sono certo un segreto. Alle tre del pomeriggio Yanis Varoufakis si mostra all’ingresso, ciabatte infradito, petto nudo, costume rosso al ginocchio e nessuna animosità verso chi si è arrampicato fino al suo cancello per rompergli l’anima al fine di sapere che fine avesse fatto dopo l’assenza dal voto in Parlamento sull’accordo su negoziato con l’Unione Europea. «Non sono un politico di professione quindi non ho nessuna strategia, salvo quella del wait and see, aspetta e guarda». Afferma di essere impegnato a scrivere un lungo articolo che uscirà sul prossimo numero di Le Monde diplomatique e a correggere le bozze di un libro che uscirà in autunno, dal titolo provvisorio ed eloquente, «Quando a pagare è sempre il più debole». «Quel che penso lo dirò soltanto dopo la fine del negoziato, non voglio causare imbarazzo a nessuno».
Il buon ritiro sull’isola non sembra sinonimo di buon riposo. C’è un discreto traffico in uscita e in entrata dalla villa, amici allegri in costume da bagno ma anche facce più seriose che entrano tenendo strette alcune cartellette colme di fogli. Quasi tutti uomini ancora giovani, sono i resti della squadra di sherpa e portavoce che aveva formato sei mesi fa, quando divenne ministro delle Finanze. Ad Atene ogni indizio sembra portare alla nascita di un governo all’insegna dell’unità nazionale, con Syriza spaccata come una mela tra coloro che la scorsa notte hanno votato l’accordo per dovere e quelli che invece l’hanno votato perché costretti. Su ogni possibile scenario incombe l’enigma Varoufakis, divenuto una specie di variabile impazzita con le sue dimissioni e la scelta di non partecipare alla seduta dove i suoi colleghi parlamentari sono stati chiamati a ingoiare l’amaro calice. L’ex ministro e attuale uomo immagine della linea contro l’austerità professa lealtà nei confronti di Tsipras, nonostante rapporti personali descritti come ormai compromessi. Ma il fatto di non essere iscritto a Syriza, e quindi di non essere obbligato a seguirne la linea ad ogni costo gli conferisce una notevole libertà di movimento.
L’uomo non ha alcuna intenzione di farsi da parte, lo conferma anche l’intensa attività sui social network, dove ieri ha dedicato un pensiero al nemico per eccellenza Wolfang Schauble, ritenuto responsabile di un presunto complotto antigreco. Al momento non ha alcun interesse a fare breccia nell’evidente crepa che si è creata nel principale partito di governo. Come molti altri ad Atene, è però convinto che non ci sia nessuno in Syriza che si identifichi con le misure votate in blocco e con poche defezioni. Tutti sanno che qualcosa sta per accadere. I suoi ragazzi, chiamiamoli così, riferiscono che nel caso un pezzo della società greca finisca per trovarsi senza rappresentanza politica, allora l’ex ministro, fortemente contrario all’accordo che viene discusso in queste ore a Bruxelles, sarà pronto ad assumersi le proprie responsabilità. Da Egina ad Atene è appena un’ora di traghetto. Yanis Varoufakis è partito per il fine settimana. Ma poi torna