Repubblica 6.6.15
La mafia a Roma
Il grande accordo tra coop bianche e rosse
L’appalto da 12 milioni per il centro di Castelnuovo di Porto spartito tra il ras della 29 giugno e La Cascina vicina a Cl Carminati: “L’importante è mangiarsi un pezzo di caciotta”. I pm: patto tra destra e sinistra per la torta milionaria
di Maria Elena Vincenzi
ROMAAlla fine l’importante era «magnasse un pezzo di caciotta», per dirla con le parole di Massimo Carminati. Era questo l’unica cosa che interessava a tutti. E per «magnasse la caciotta», si poteva fare di tutto, persino superare le barriere culturali ed ideologiche che dividono le cooperative bianche da quelle rosse. Che sono cose di altri tempi, leggendo le carte di Mafia Capitale: l’ordinanza è piena di esempi di affari fatti tra rossi e bianchi, di spartizioni di torte, di accordi sugli appalti. Ovviamente in barba all’ideologia e anche a qualsiasi regola d’asta. Ma non importava: bisognava arrivare alla caciotta. Ecco così che l’ex comunista Salvatore Buzzi fa affari con i ciellini de La Cascina. Le due coop si sono spartite la gestione del Cara di Castelnuovo di Porto, 12 milioni di euro di bando, ripartito secondo la filosofia di Buzzi: « Nun ce famo la guerra, famo un accordo». Poi ci sono una serie di cooperative sociali che vengono coinvolte nel piano e che non hanno un colore politico, tanto che la lista degli indagati tra gli uomini delle cooperative è davvero lunga.
«IO NON VENGO SUL TUO, TU NON VIENI SUL MIO».
Estate del 2014: il Campidoglio indice una gara per l’assegnazione di una serie di servizi per l’accoglienza di 580 persone nel residence di Valcannuta. Valore dell’affare: 1 milione 600 mila euro. Buzzi sa bene che cosa deve fare: vincere. E per esserne certo non vuole concorrenti. Tanto che, scrivono i pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, «iniziava un’attività intesa a contattare gli altri concorrenti, per definire i reciproci accordi di desistenza sulle diverse gare ovvero per spingere sui loro rappresentanti a non partecipare alla gara». Tra quelle che Buzzi chiama, c’è Un Sorriso, guidata da Gabriella Errico (indagata e perquisita). Poche ore dopo, il ras delle cooperative riporta a Carminati la conversazione.
B: «du calci in culo.... ti ammazzo....io non vengo sul tuo, tu non vieni sul mio e nessuno va su nessuno».
C: «Nessuno va su nessuno, certo».
B: «E l’unico che c’avevamo che poteva andare su qualcosa perché non c’aveva un cazzo gli ho detto: “stattene a casa. Il prossimo giro troveremo qualcosa anche per te”... eccolo qua, vedi, questo è Pulcini, Progetto Recupero, Un Sorriso, Osa Major, Ambiente Lavoro Eriches ed Inopera. Inopera l’ho fermati che so’ amici».
C: «Ah».
B: «Questi semo noi, Osa Major eh... so’ i preti... questi so amici l’ho fermati....Progetto Recupero è sto stronzo di Amore (Fabrizio, indagato, ndr ) però siccome pure lui c’ha il residence suo...».
La gara viene vinta dalla Eriches 29 di Buzzi che ai suoi dice: «Per l’emergenza abitativa allora noi, praticamente, ci siamo fatti tanti debiti, davvero tanti debiti, perché si so’ fermati tutti. I peggiori sono stati tutti fermati».
«CE LI LASCI DUE MILIONI A NOI?»
Un’altra spartizione riguarda la gara del servizio Cup della Regione, un bando da quasi 92milioni. Affarone sul quale, questo lo spirito di Buzzi, devono guadagnarci tutti. Lui in particolare. Il braccio imprenditoriale di Carminati vuole due lotti, ma non può concorrere. È così che si rivolge a Mario Monge, presidente della Sol.co. Il 14 maggio 2014 viene registrata nell’ufficio di Buzzi alla 29 giugno, una conversazione tra Monge e Buzzi.
M: «No ma...non volevano neanche farci entrare nel...».
B: «Vanno in opposizione unita....io ho incontrato tutta l’opposizione.... Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia e questo lotto se lo intesterebbero loro... quindi non può figura’ 29 Giugno, figura Sol.co con Formula Sociale».
Chiosano i pm: «Il colloquio rivela l’esistenza di un accordo tra le forze politiche di destra e di sinistra, vale a dire tra quelle di maggioranza e di opposizione, sulla spartizione dei singoli lotti i quali dovevano essere assegnati a società vicine all’uno e all’altro schieramento politico, in maniera predefinita». Tra le persone contattate c’è anche Maurizio Marotta, presidente della Cooperativa Capodarco, uomo che, secondo i carabinieri del Ros, risulta avere rapporti conflittuali e interessi contrapposti a Salvatore Buzzi. Eppure anche loro, sostiene l’accusa, avrebbero partecipato alla spartizione. Come spiega lo stesso Buzzi. «Allora, praticamente, noi c’avemo sui centri di prenotazione della Asl, un lavoro da 2 milioni come Formula Sociale... forse pure meno... è uscita la gara regionale, dove Marotta Capodarco c’avevano da difende il 60-70% del fatturato che facevano. Gli abbiamo detto: “Scusa ce la facciamo insieme, ci li lasci due milioni a noi?»... dice: “Ah, no, a me me lo devono dì”. E non ce l’ha voluto lascià. Marotta ne pigliava due e il quarto noi... e allora ha fatto fuoco e fiamme, è andato a parlare da Gramazio che li voleva tutti e quattro». Ma anche in questo caso, però, l’affare va come vuole Buzzi. E la cosa ha insospettito gli inquirenti che hanno perquisito anche Capodarco.