sabato 6 giugno 2015

Repubblica 6.6.15
La bizzarra legge del desiderio indotto
di Guia Soncini


QUINDI era questa, la parità che volevamo: quella di restare in piedi in metropolitana perché cederci il posto sarebbe paternalista, e quella di avere voglia di fare sesso anche quando non ne abbiamo voglia. Pillola azzurra per lui, pillola rosa per lei: differenziazione cromatica didascalica, identico fine. Deve andarti sempre. Pare che fosse una malattia, non averne voglia: la capa di “Even the score”, lobby per la parità tra i generi, ha parlato della pastiglia come di «un nuovo capitolo nella lotta per l’equità nella salute sessuale» (equità, che paroloni: neanche avessero trovato una cura che elimini definitivamente il ciclo mestruale).
In “Questi sono i 40”, film sulla crisi di una generazione costretta a crescere controvoglia, il marito prendeva un Viagra per fare un regalo alla moglie che compiva quarant’anni. Lei si offendeva moltissimo, giacché pretendeva la spontaneità del desiderio, la non simulazione dell’attrazione, e scacciava il poverino e la sua «turboerezione». Il cinema popolare ci metterà un po’ a metabolizzare il nuovo ritrovato della chimica, e poi ci toccherà la scena in cui è lui a offendersi, una volta scoperto che lei ha preso la pillola rosa, ed è solo per quello che sembra desiderarlo. Sarà un nuovo capitolo nell’incubo del desiderio perenne, un capitolo anabolizzato: oltre al fastidio del desiderio indotto, ci toccherà pure quello dell’impermalimento maschile.