La Stampa 6.6.15
«Ma nelle donne la psiche conta più della chimica»
intervista di L. Cas.
«Il viagra femminile? Non è detto che sia sufficiente a risolvere i problemi di desiderio delle donne». Dopo il primo via libera al Flibanserin, Valentina Cosmi, psicologa e sessuologa, tra i fondatori della Società italiana di sessuologia e psicologia, è chiara: i limiti sono legati al modo in cui le donne vivono l’intimità. «Nell’uomo l’eccitazione è dovuta a fattori biologici, ormonali. Nelle donne molto dipende dal contesto: come ci si sente con il proprio corpo, quanto siamo soddisfatte del rapporto col partner, il luogo, il momento».
E su questo una medicina ha poco effetto, è così?
«Sì. L’impressione è che esista una tendenza ad omologare la sessualità femminile a quella maschile, quando in realtà sono molto diverse».
Ci sono situazioni in cui il Flibanserin potrebbe avere benefici?
«Sì. Penso alle donne che hanno vissuto una variabilità ormonale, come le neo mamme o quelle entrate da poco in menopausa. Si tratta di casi in cui il desiderio sessuale può essere diminuito o quasi assente. Ma non devono esserci controindicazioni cliniche».
E gli aspetti negativi?
«Il rischio di diventare dipendenti da un farmaco come il Flibanserin è molto comune. D’altra parte è accaduto anche a molti uomini con il Viagra. La convinzione che non si possa avere un rapporto sessuale senza aver prima preso una medicina si sviluppa molto in frett. Bisogna rendersi conto che la pastiglia è solo uno strumento che ci aiuta ad affrontare con più semplicità una situazione. In questo il sostegno di uno psicologo è molto utile».