mercoledì 3 giugno 2015

Repubblica 3.6.15
“Si apre la strada per terapie innovative”
intervista di E. D.


ACCENDERE e spegnere neuroni a piacimento. Creare ricordi falsi, recuperarne di perduti. Fabio Benfenati, neuroscienziato dell’università di Genova e dell’Istituto italiano di tecnologia, spiega come tutto questo oggi sia possibile, grazie alla luce.
Qual è il “telecomando” che agisce sul cervello?
«Una tecnica che si chiama optogenetica. Esistono alcune proteine, che fanno parte della famiglia delle opsine, che sono sensibili alla luce. Quando ricevono uno stimolo luminoso cambiano lo stato elettrico della cellula in cui si trovano. Se queste cellule sono neuroni, possono essere eccitati o inibiti a seconda delle nostre esigenze».
Anche nell’uomo?
«No, è una tecnica troppo invasiva per essere usata sull’uomo. Per il momento ci si limita ad alcuni esperimenti di ricerca di base sui topi, come quello pubblicato su Science ».
Cosa esclude che anche il nostro cervello possa essere manipolato così?
«Le opsine non si trovano naturalmente nei neuroni. Occorre modificare il Dna di queste cellule affinché vi vengano prodotte: un’operazione tutt’altro che banale, che sugli uomini, usata per combattere alcune malattie, è ancora ai primi passi. Per stimolare le opsine nei neuroni, bisogna poi raggiungerli con una fibra ottica che entri nel cervello. Solo così lo stimolo luminoso può essere somministrato alle cellule giuste. L’optogenetica è un metodo molto efficace e preciso. Ma non si può proprio dire che sia pronto per essere usato sulla nostra specie».