martedì 2 giugno 2015

Repubblica 2.6.15
Guerini
“La sinistra decida dove andare tiri mancini non ne vogliamo più”
di Giovanna Casadio


ROMA . «La minoranza del partito dica in quale direzione vuole andare, tiri mancini non se ne possono fare». Lorenzo Guerini, il vice segretario del Pd, parla di soddisfazione per il 5 a 2, ma ammette l’amarezza per la sconfitta in Liguria.
Guerini, il Pd si dice soddisfatto del risultato delle regionali, però avete avuto una emorragia di voti e brucia la sconfitta in Liguria?
«Siamo soddisfatti perché 5 regioni su 7 sono state riconfermate o conquistate dal Pd. C’è una punta di amarezza per il risultato della Liguria che è anche frutto di scelte compiute da alcuni esponenti, per fortuna non tutti, della minoranza dem. Però c’è la conferma di un trend positivo: eravamo al 6 a 6, siamo 10 per il Pd e 2 al centrodestra. I numeri sono inconfutabili».
Però il 41% delle europee è ormai lontano?
«Paragonare il risultato del Pd alle europee con le regionali è sbagliato. In questa tornata c’erano numerose liste civiche accanto al Pd, inviterei a valutazioni che ne tengano conto. In Umbria, Marche e Toscana, dove di liste civiche ce n’erano poche, il Pd ha avuto percentuali simili a quelle europee».
Il timore è quello di tornare ai consensi del Pd di Bersani?
«No, anche perché il Pd di Bersani si confrontava con un quadro diverso. Sono cambiate condizioni e noi siamo partito di governo che vuole fare scelte per cambiare il paese».
E il risultato dei 5Stelle non vi preoccupa?
«Non è una avanzata, anche loro sono in discesa rispetto alle elezioni precedenti. Sono la risposta inefficace ai problemi del paese e mostrano la loro ininfluenza anche in queste regionali».
La sinistra dem ora vorrà un chiarimento?
«È il Pd che esige un chiarimento tra di noi. Inizieremo a farlo lunedì prossimo, in direzione ».
Addio tregua interna?
«Non è questione di tregua o di guerra, ma si tratta di dirci con franchezza in quale direzione andiamo».
Qualcosa cambierà nella gestione del Pd? Chi farà il capogruppo? Il partito resta nelle sue mani?
«Non credo che il tema sia la questione degli assetti del partito. Se il segretario Renzi riterrà di intervenire, lo farà».
Dopo lo scontro alle primarie liguri, si poteva cercare un terzo candidato che non fosse né Cofferati, né Paita ed evitare scissioni. Un po’ d’autocritica?
«Paita è stata candidata dalle primarie, il cui esito non è stato riconosciuto dallo sconfitto Cofferati. La rottura è stata provocata da Cofferati. Se qualcuno spacca, esce, non riconosce i risultati, allora la mediazione è impraticabile».
Su De Luca i problemi cominciano adesso. Gli si abbatte la mannaia della legge Severino, cambierete quella legge?
«Il governo la applicherà. Nessuna modifica in questa fase. Ci sarà un pronunciamento della Consulta, poi vedremo. De Luca saprà affrontare bene i problemi della Campania».