Repubblica 21.6.15
Marino perde pezzi: i due assessori renziani verso le dimissioni
Lascia anche la responsabile del Bilancio Scozzese “Così non si va più avanti”.Il commissario Orfini sotto accusa
di Giovanna Vitale
ROMA. È sempre più solo, il sindaco Marino. Asserragliato nel bunker di Palazzo senatorio insieme al suo cerchio magico, assiste come l’ultimo dei giapponesi a un’accelerazione della crisi che potrebbe spingerlo fuori dal Campidoglio già prima dell’estate. Travolto da una frana che - dopo il processo intentato giovedì scorso ai due assessori renziani, accusati di intelligenza con il nemico premier e perciò ormai con la valigia in mano - rischia adesso di trasformarsi in slavina. Senza neppure più incontrare l’argine di Matteo Orfini, il commissario pd messo alle strette dai “suoi” parlamentari, che non riescono a capire perché mai stia rischiando di incrinare il rapporto con l’altro Matteo per difendere «una mina vagante».
Affondo che sembra andato a segno: «Dopo la relazione del prefetto Gabrielli faremo una valutazione politica», ha corretto la rotta il presidente nazionale. Lasciando al vicesegretario Debora Serracchiani l’onere della difesa d’ufficio: «Essere onesti non è sufficiente, ora bisogna rafforzare l’amministrazione ».
Tuttavia la giunta resta in balia degli eventi. L’assessore ai Trasporti, Guido Improta, ha già fatto capire con le sue protratte assenze in giunta di non essere più disponibile a continuare: il 29 inauguerà l’ultimo tratto completato della metro C, sei stazioni attraverso la periferia est della capitale, e poi saluterà tutti. Una decisione che l’ex sottosegretario del governo Monti meditava da tempo«Dal primo luglio ho preso in affitto una casa al mare», andava ripetendo da settimane precipitata però negli ultimi due giorni, incoraggiata dalla «linea suicida» del primo cittadino. La prova che non di semplice minaccia si tratti fornita non solo dal carattere del personaggio - scaltro e per nulla impulsivo - ma dalla telefonata intercorsa tra lui e Marino. È stato il sindaco, di buonora, a chiamarlo per chiedergli di diffondere una nota che smentisse le voci della sua dipartita, la risposta dall’altra parte del filo è stata glaciale: «Non ci penso proprio, fallo tu». Uno schiaffo che il chirurgo dem non si aspettava. E che ha preso malissimo. Consapevole dell’importanza di Improta per gli equilibri complessivi della maggioranza: è lui che, da ufficiale di collegamento tra consiglio e giunta, ha riportato il sereno dopo mesi di burrasca; sempre lui a fare lobbying con diversi ministri - insieme alla collega Silvia Scozzese - per sponsorizzare la causa di Roma. Perderlo può essere l’inizio della fine. E Marino lo sa.
Non è l’unica grana di una settimana che si preannuncia decisiva per le sorti della giunta. Pure la responsabile del Bilancio è in sofferenza. E ha avviato le consultazioni presso autorevoli esponenti del governo e del Pd per capire cosa fare. In rapporti stretti con il ministro Delrio, il sottosegretario Rughetti e il deputato-segretario regionale Melilli, con i quali ha lavorato fianco a fianco da dirigente dell’Anci, la Scozzese si è sfogata a lungo. Confrontandosi anche con Paola De Micheli, l’amica di una vita che sta all’Economia. «Le condizioni che mi hanno portato in Campidoglio non esistono più. Io sono stata chiamata per risanare le casse comunali, riportare la regolarità contabile, estirpare il malaffare che la mancanza di programmazione ha favorito per anni. Ora però mi si chiede di sforare il patto di stabilità per fare una ripicca a Renzi. Io non ci sto».
È delusa e amareggiata, la signora dei numeri. «La domanda cruciale è: “Ma io chi ho intorno? Con chi lavoro?”. Non è che la Cattoi (l’assessore a capo del cerchio magico mariniano, ndr ) può andare in giro a dire che le cose a Roma non si fanno per colpa mia, perché il bilancio è troppo restrittivo, e poi con me fa la faccia dolce. Vigliaccate sbandierate al mondo, che poi però il mondo mi riporta: io di questi non mi fido più». Un tradimento umano, prima che politico.