domenica 21 giugno 2015

Corriere 21.6.15
Fondi pubblici per le cliniche
«Il sistema politico-ecclesiastico»
di Fiorenza Sarzanini


ROMA Gli alti prelati del Vaticano furono informati anche delle manovre finanziarie compiute dal manager Giuseppe Profiti per far entrare soldi pubblici nelle casse della Congregazione della Divina Provvidenza e ottenere benefici fiscali ad hoc. È questa la convinzione dei magistrati di Trani titolari dell’inchiesta sull’attività del senatore ncd Antonio Azzollini come presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Sarebbe stato proprio lui — è l’accusa — il «gestore occulto» delle cliniche private pugliesi, che agiva in concorso con Profiti. Le carte processuali rivelano che il suo arresto è stato chiesto dai pubblici ministeri con una nota integrativa il 4 maggio scorso, quando l’inchiesta era ormai chiusa, e il gip ha accolto i motivi trasmettendo le carte alla giunta parlamentare. E lo ha fatto ritenendo fondamentale la deposizione di Antonio Soldani che nel 2012 aveva ammesso come la Congregazione avesse «approfittato della concessione dei benefici previdenziali, perché noi siamo terremotati per natura e anziché limitare questo discorso a Foggia che manco avuto tutti questi danni, lo facciamo anche a tutta la Divina Provvidenza». Illeciti confermati dal commissario nominato proprio per contrastare lo strapotere del senatore.
Il «doppio binario»
I magistrati sono convinti dell’esistenza di un «sistema» che aveva tra i protagonisti proprio Profiti e la sua capacità di coinvolgere le alte gerarchie della Santa Sede, in particolare il cardinale Giuseppe Versaldi allora presidente della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede e l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone, e ottenere il controllo delle strutture sanitarie. L’indagine riguarda la Congregazione, ma anche i soldi destinati al Bambin Gesù e invece dirottati nelle casse dell’Idi, l’Istituto dermatologico italiano. Ben 30 milioni «spostati» all’insaputa del Pontefice, nonostante avesse chiesto di essere informato su quanto stava accadendo. Scrivono i magistrati: «Nell’attuazione del programma per la Congregazione, Profiti mette in moto un meccanismo analogo a quello architettato per la riacquisizione dell’Idi, muovendosi sul doppio binario, politico-ecclesiastico, anche attraverso l’interlocuzione con i suoi altissimi referenti in Vaticano ed in particolare i cardinali Versaldi e Bertone».
Quest’ultimo smentisce: «Eventuali notizie che mi fossero pervenute si inscrivono nell’ambito della consueta ed estesissima ricezione di informazioni sui più vari argomenti, da parte di plurimi soggetti, cui non fa seguito alcun interessamento da parte mia».
I «progetti speculativi»
Negli atti i magistrati evidenziano come i «fondi pubblici da destinare al Bambin Gesù, attraverso operazioni, allo stato oscure, ma da meglio chiarire con indagini successive, siano dirottati verso progetti speculativi» e aggiungono: «Esiste un’importante analogia tra i due Enti in comparazione: in entrambi i casi si tratta di Enti Ecclesiastici in stato di decozione che affrontano la crisi accedendo alla procedura di Amministrazione straordinaria, il cui management , tuttavia, tenta, attraverso manovre oscure, di mantenere la governance dell’Ente nonostante la presenza formale dell’organo ministeriale. Secondo l’accusa «lo scopo ultimo è quello di designare quali controllori soggetti di diretta derivazione dei controllati, per mantenere di fatto la gestione degli Enti coltivando il progetto ambizioso di rientrarne in possesso definitivamente una volta depurati dall’immenso disavanzo economico (circa un miliardo di euro per l’Idi, quasi 600 milioni per la Congregazione) da scaricare interamente sulla collettività».
I soldi della collettività
I pubblici ministeri così spiegano la strategia illecita: «Con lo stesso strumento normativo (la legge di Stabilità) sia pure con modalità differenti (nel caso del Bambin Gesù-Idi con finanziamento diretto, nel caso della Congregazione con moratoria fiscale a lunga durata) il governo occulto degli Enti in trattazione assicura ingenti benefici economici per tenere a galla aziende ampiamente decotte, i cui costi vengono traslati a carico esclusivo del contribuente italiano».