sabato 20 giugno 2015

Repubblica 20.6.15
Il fattore bianco
di Alexander Stille


IL PROFILO del terrorista americano non è un fanatico religioso islamico (anche se ce ne sono) ma è un uomo bianco arrabbiato armato. Era quindi del tutto prevedibile — ma non per questo meno tragico — che l’autore del massacro atroce di nove persone nella chiesa afroamericana di Charleston fosse un ventenne bianco, Dylann Roof, che si esibiva nelle sue foto di Facebook con gli emblemi della Rhodesia coloniale e dell’apartheid sudafricano.
La sua storia ripete un vecchio copione stereotipato: un ragazzo che andava male a scuola e che aveva lasciato il liceo senza il diploma. Senza un lavoro stabile, senza una fidanzata, dormiva spesso nella sua macchina. Ma aveva una sua arma che compensava la sua impotenza personale e l’idea, sempre più ossessiva, di fare un grande gesto e diventare qualcuno.
Roof è solo l’ultimo in un elenco lungo di uomini di questo tipo. Ricordiamoci che il più grande attacco terroristico negli Stati Uniti prima dell’Undici settembre fu la bomba al palazzo federale di Oklahoma City, messa da Timothy McVeigh, un ex-soldato della prima guerra del Golfo che cercò il “riscatto” per la sua rabbia e il suo fallimento personale con un gesto violentissimo che ha costato la vita a 168 persone.
Naturalmente c’è sempre un elemento di patologia personale in ogni caso singolo ma il filo conduttore è sempre lo stesso: l’uomo bianco incazzato, che ha la sensazione che il Paese stia andando nella direzione sbagliata penalizzando lui e i suoi simili che si sentono sempre più marginali in uno stato multiculturale. Alla base di questa rabbia c’è una realtà socio- economica innegabile: la classe di persone che ha perso più terreno negli ultimi quarant’anni è l’uomo bianco della classe operaia.
Lo stipendio medio degli uomini bianchi senza laurea o peggio senza diploma è sceso rispetto a tutte le altre categorie socio- economiche. Il mondo dei padri e nonni dei vari Dylann Roof e Timothy McVeigh è stato molto più semplice. Fino agli anni 70, un uomo bianco senza diploma poteva contare (spesso) su un lavoro stabile, in fabbrica o nella polizia. Con la protezione di un sindacato aveva un contratto a lungo termine, se non a vita, assicurazione sanitaria, una pensione e uno stipendio da classe media, tale da mantenere una famiglia. Ma, dopo il Presidente Ronald Reagan, dal 1981 il lavoro sindacalizzato è sceso dal 27 percento all’11 percento.
La famiglia media americana ha mantenuto il suo tenore di vita grazie solo all’entrata massiccia delle donne nel mondo di lavoro. Mentre il partito tradizionale della classe operaia, il Partito democratico, è sembrato più interessato a promuovere l’uguaglianza per i neri, gli emigrati e le donne. Una buona parte del voto operaio, soprattutto nel vecchio Sud schiavista, si è spostato dal partito democratico a quello repubblicano.
La rabbia e il senso di vittimizzazione dei bianchi è stato fomentato dalla destra americana e tollerata da una buona parte del partito repubblicano. Lo slogan del cosiddetto Tea Party è quello di “riprenderci il nostro Paese”. Il loro simbolo preferito è il serpente velenoso con la frase “non mi calpestare”, simbolo sia dei coloni in ribellione contro l’Inghilterra ma anche della vecchia Confederazione schiavista. A cominciare dagli anni 90, con l’ascesa di Newt Gingrich quale leader repubblicano al Congresso, i repubblicani hanno trattato il partito democratico come illegittimo.
L’estremismo della destra americana ha ottenuto un buon aiuto dalla Corte Suprema, la quale ha stabilito che il diritto al possesso delle armi è un diritto costituzionale individuale. La Corte aveva evitato la questione per 200 anni a causa dell’estrema ambiguità del secondo ammendamento che parla sia del diritto alle armi ma anche del bisogno di «una milizia civile ben regolata». Anche se la Corte Suprema non ha vietato le misure per limitare l’accesso a un certo tipo di armi (quelle d’assalto, per esempio) i fanatici vedono qualsiasi tentativo di controllo delle armi come una minaccia. Arrivano alle riunioni pubbliche armati fino ai denti come per dire: guardate che vi succede se tentate di fare qualcosa che non ci piace. Tanti stati, quasi sempre in mano ai repubblicani, si sono fatti in quattro per passare delle leggi per permettere il porto d’armi in luoghi sempre meno appropriati: bar, negozi, scuole. Lo stato del Texas ha appena varato una legge per permettere le armi nei campus delle università pubbliche dello stato.
Un uomo bianco che ha ucciso tre musulmani in North Carolina (per una disputa, si dice, sui parcheggi condominiali) amava girare armato. Quindi andava dai vicini di casa per dire di abbassare la musica facendo vedere la sua pistola: una minaccia mortale ma perfettamente legale nello stato di North Carolina. Queste azioni pubbliche hanno legittimato posizioni che sarebbero sembrate sovversive e illegali solo trenta anni fa. Uno degli slogan preferiti della destra americana è una frase di Thomas Jefferson che «l’albero della libertà dev’essere rinfrescato di tanto in tanto con il sangue di patrioti e di tiranni ». Così persone deboli e squilibrate come Dylann Roof o Timothy McVeigh si sentono degli eroi, commettendo atti che sarebbero immediatamente considerati terrorismo se commessi da musulmani o gente di colore.