Repubblica 19.6.15
E il sindaco avverte il premier
“Dia i soldi o sforo il patto di stabilità”
Il Pd preme per una nuova giunta con personalità di spicco, a partire da Orfini
Scontro con gli assessori di area renziana: “Troppa rigidità”. La replica: “I soldi ci sono”
di Giovanna Vitale
ROMA . È un duello all’Ok Corral quello che il sindaco Marino ha deciso di ingaggiare con il premier Renzi. «Si è ingarellato», traducono in romanesco nei corridoi di palazzo Senatorio. Uno convinto di potercela fare da solo, a dispetto di tutti e tutto, anche a costo di sforare il patto di stabilità pur di aprire i cantieri del Giubileo e rimettere a posto la città. L’altro persuaso da Orfini ad offrire un’ultima chance al chirurgo genovese, a patto che accetti di rifondare la giunta con personalità di spicco del Pd, a partire proprio dal presidente nazionale nel ruolo di vice.
L’ex sindaco di Firenze lo ha sfidato sul tema della buona amministrazione? Gli ha fatto capire di considerarlo incapace di risolvere anche i problemi più ordinari di Roma, dalle buche alla pulizia delle strade? E l’inquilino del Campidoglio- riunito in un gabinetto di guerra permanente con il suo cerchio magico - ha tracciato il piano di battaglia. Su due fronti: mantenere la contesa sullo stesso terreno indicato dal capo del governo, ossia la gestione della città, per dimostrare che si è sbagliato; individuare e punire gli infedeli, ovvero chi da dentro rema contro e potrebbe dunque sabotare la riscossa.
E così mentre ieri Renzi e Orfini tornavano per la prima volta a parlarsi dopo lo scontro sulla sortita anti-Marino in tv, confrontandosi sull’ipotesi di azzerare l’esecutivo romano per inserire nomi forti del Pd, Orfini compreso, il sindaco faceva scattare la sua personale conta interna «per capire finalmente chi sta con me e chi contro di me». Subito trasformata - su suggerimento della fedelissima Alessandra Cattoi, sua storica portavoce promossa nel 2013 al rango di assessore - in un processo sommario a carico dei due tecnici di area renziana ritenuti, per giudizio unanime, gli architravi del governo capitolino: il responsabile della Mobilità Guido Improta, vicino al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, e la titolare del Bilancio Silvia Scozzese, dirigente Anci assai apprezzata da Graziano Delrio.
È su di loro che, fin dal principio, si sono concentrati gli strali del primo cittadino. Vissuti, a seconda dei casi, ora come guastatori, ora come spie in seno all’amministrazione. A cui imputare un eccesso di rigore, di aver redatto - la Scozzese, con la sponda decisiva di Improta un bilancio troppo restrittivo, che impedisce di fare quei lavori minimi di manutenzione di cui la città ha bisogno. Non è dunque un caso se mancassero entrambi alla riunione di giunta convocata ieri di buon mattino per licenziare una serie di delibere- chiave per il decoro e la legalità: i temi che a Marino stanno più a cuore. Assenze strategiche per marcare una distanza da richieste e comportamenti giudicati insostenibili. «Io ho bisogno di dare una risposta a Renzi, di aprire i cantieri del Giubileo. E siccome per farlo ci vogliono i soldi, vorrà dire che sforeremo il patto di stabilità», l’ordine impartito dal sindaco agli assessori. Glaciale la replica di Scozzese, colei a cui è sempre stato riconosciuto di aver riportato la legittimità contabile in Campidoglio: «Benissimo, se è così io me ne vado. I problemi non si risolvono né violando le regole, né con le ripicche».
Uno scontro pericolosissimo in seno al governo cittadino: il detonatore in grado di far esplodere l’intera baracca. Marino lo capisce e tenta di correre ai ripari. Convocando d’urgenza i due assessori renziani. È lì che, forte di una tabella prodotta dal Ragioniere capitolino, Scozzese e Improta dimostrano al chirurgo dem quanto fosse stato informato male. «Caro Ignazio, su 305 milioni di investimenti previsti in bilancio, dal primo gennaio a oggi ne sono stati spesi solo 60, il 20% delle risorse. Significa che i soldi per i cantieri ci sono, solo che la macchina amministrativa non sa o non vuole impegnarli», la lettura della Scozzese. Il sindaco cade dalle nuvole. «Ma com’è possibile? » chiede. E fa partire la caccia al colpevole. In gioco c’è la sua sopravvivenza.