martedì 16 giugno 2015

Repubblica 16.6.15
“Un suicidio politico forse si sveglieranno”
Cacciari:si poteva vincere da soli, con un candidato nuovo,con una campagna elettorale che non si riducesse a una battaglia nel Pd
intervista di Alessandra Longo


ROMA. . «Un suicidio politico che viene da lontano. Forse questa sberla servirà a svegliarli». Massimo Cacciari è durissimo con chi ha consegnato Venezia alla destra. Tutto scritto, tutto previsto. Non è colpa di Renzi, «si poteva vincere da soli, con un candidato nuovo, con una campagna elettorale che non si riducesse ad una battaglia dentro il Pd contro alcune persone del Pd». Si poteva vincere e invece ecco lo tsunami: «Il gruppo dirigente del Pd veneto è azzerato. Dopo una botta così, non esiste più. Ma una ripartenza è possibile ».
Cacciari, lei sostiene che Casson era il candidato sbagliato.
«Il mio è un senno di prima, non di poi. Casson è un senatore della Repubblica, ha fatto una legittima battaglia dentro il Pd con le primarie ma non aveva il phisique. Glielo ho detto mille volte: lascia perdere, facciamo i padri nobili. E’ il momento di facce nuove, di gente che rappresenti il rinnovamento, estranea a tutte le puntate precedenti. Ma lui niente: ha deciso che il rinnovamento era lui, non avrai altro rinnovamento che me...».
Ed è arrivata la batosta.
«Intendiamoci: l’altra componente del suicidio è la situazione che si è venuta a creare con la vittoria di Zaia in Regione. Forse Casson ce l’avrebbe fatta se non ci fosse stata la disfatta regionale. Colpa anche della direzione generale del Pd. Non basta il Capo e la Corte dei fedelissimi ».
Forse è troppo fare il presidente del consiglio e il segretario del partito. Qualcosa finisce per sfuggirti di mano.
«Guardi, Renzi non ha nella zucca cosa possa essere il partito nuovo, quanto sia necessaria la collegialità come struttura portante dell’agire politico, non ha una visione del partito federale. Ma questo è un discorso in generale. A Venezia la certezza è una: potevamo farcela da soli, scegliendo anche noi un candidato giusto come ha fatto il centrodestra con Brugnaro che è stato vissuto come nuovo e trasversale. Ma il gruppo dirigente Pd non ha voluto mollare ».
Casson, magistrato, uno fuori dai giri, dopo lo scandalo Mose,poteva avere il suo appeal.
Mica è un titolo di merito essere fuori dai giri! Il 90 per cento del Pd era fuori dai giri del Mose. L’enorme scandalo ha mobilitato l’opinione pubblica di centrosinistra creando una pulsione fisiologica di rivolta: basta tutto, basta con questa merda. E anche qui è stato commesso un errore. Il Pd, invece di razionalizzare e governare quest’impulso emotivo, lo ha seguito. Il lutto non è stato metabolizzato. Sono andati avanti cavalcando le pulsioni».
Al ballottaggio sono mancati i voti dei Cinque Stelle...
«Ma chi è quello scemo che parla di “tradimento”? Mi dice per quale c. di motivo i grillini dovevano votare Casson al secondo turno? Finché Renzi non va a Canossa da Grillo e fanno un accordo nazionale non voteranno mai uno del Pd».
Brunetta sibila che anche lei ha le sue colpe nello sfascio del Pd perché ha governato 12 anni.
«Sono dei poveracci. Forza Italia a Venezia ha preso il 3 per cento. Brunetta sa che se mi fossi presentato per la terza volta avrei vinto io».
Non sarebbe stata una candidatura nuova.
«Infatti sarebbe stata una follia, una cosa del tutto insensata, la certificazione di una stasi totale».
A cose fatte, un commento sullo strumento delle primarie.
Ride. «L’attuale logica è perversa: non scegli il candidato che ha più appeal presso tutto il corpo elettorale ma il personaggio che riesce a farsi sponsorizzare da una parte minoritaria-Le primarie hanno bisogno di essere normate. Uno strumento indisciplinato diventa uno strumento mortale con il quale ci si suicida» Com’è Brugnaro?
«Un imprenditore abituato a comandare. Conosco almeno quattro o cinque persone di cui non farò i nomi che hanno votato Pellicani alle primarie del Pd e poi sono passate con lui. Spero farà una buona squadra. La macchina del Comune è dissestata ».
E adesso?
«Nonostante tutto nonostante la botta, si può ripartire. Ci sono persone che hanno salvato la faccia. Ci sono 4 o 5 consiglieri comunali che conoscono benissimo la città e possono fare un’opposizione seria. Non occorre nemmeno invocare le dimissioni del vecchio gruppo dirigente veneto. E’ azzerato, morto, non esiste più».