Repubblica 13.6.15
Sanatoria in Sicilia, bufera su Crocetta
In extremis, e alla vigilia dei ballottaggi, una circolare riscopre il condono varato da Berlusconi nel 2003 Interessate 30 mila case abusive, in gran parte nei paesi che votano
Il governatore: “Non sapevo nulla”
di Emanuele Lauria
PALERMO. Uno, due, trentamila. È lo stesso assessore al Territorio Maurizio Croce, l’uomo che ha firmato la circolare sblocca- sanatoria, a fornire il numero definitivo delle pratiche che tornano in pista. La Sicilia del “comunista” Crocetta riscopre il condono Berlusconi, dodici anni dopo, ed è un corto circuito che scatena polemiche. Perché il provvedimento incriminato arriva a pochi giorni dalle elezioni eof course - favorirà pure gli abusivi di numerosi centri interessati dai ballottaggi delle amministrative. «Io non lo sapevo», dice il presidente Crocetta impegnato in una difficilissima sfida elettorale con i grillini nella sua Gela, una delle capitali dell’abusivismo siciliano. «L’atto - dice il governatore - l’ha firmato il mio assessore e comunque dovevamo adottarlo per forza se vogliamo rispettare le sentenze della giustizia amministrativa». La questione, in realtà, non è così semplice. La circolare che ha scatenato il putiferio, infatti, ne cancella una precedente di segno contrario che, a sua volta, ne annulla un’altra firmata ancora prima. Tutto nasce dall’incerta applicazione della sanatoria Berlusconi del 2003: l’Assemblea regionale siciliana, infatti, nel recepirla, si “dimenticò” di importare anche nell’Isola le norme più stringenti sulla cosiddetta “inedificabilità relativa”, che si applica in alcune zone protette, fra le quali pezzi di riserva e aree soggette a vincolo idrogeologico. In altre aree, come quello entro 150 metri dalla battiglia, vige l’inedificabilità assoluta.
I Comuni sono rimasti prigionieri di dubbi interpretativi, fugati ora dalla circolare del duo Croce-Crocetta: il vincolo “relativo” può essere bypassato «anche se non in automatico», si affretta a precisare l’assessore alludendo al fatto che il via libera definitivo alle pratiche, in ogni caso, sarà subordinato ai pareri degli organi competenti (assessorato, sovrintendenze). «Cosa dovevamo fare, soccombere davanti a un contenzioso enorme? », si giustifica ora Croce che cita «ben 23 sentenze contrrarie del consiglio di giustizia amministrativa ». Ora, in una terra segnata dalla piaga dell’abusivismo, dove complessivamente sono 770 mila le domande di sanatoria (e secondo la commissione ambiente dell’Ars la maggior parte delle irregolarità non viene denunciata) un provvedimento del genere non poteva passare inosservato. Crocetta è finito nel mirino dei grillini: «Governo incapace che conferma la propria totale schizofrenia», dice il deputato Giampiero Trizzino. A ruota le proteste dei Verdi, che con Angelo Bonelli annunciano un esposto al governo nazionale: «Possibile che su un tema così delicato Crocetta imiti in peggio Berlusconi? ». «C’è il dubbio - dice Gianfranco Zanna di Legambiente- che si tratti di un tentativo di fare cassa a danno del territorio ». Quindi lo «sconcerto» di Italia Nostra che parla di «mossa disperata dell’ultima ora».
Già, l’ultima ora. Ovvero la vigilia dei ballottaggi. La Regione ha fatto subito sapere che a Gela, la cittadina di Crocetta, le istanze che si sbloccano sono “soltanto” 150. Non vengono fornite altre cifre dettagliate. Ma un segnale si può cogliere dal numero complessivo delle domande di sanatoria presentate nel 2003. Nei primi posti della classifica siciliana figurano Marsala (1.379 istanze), Carini (1.322), Gela (1.319), Barcellona (1.158) e Milazzo (1.111): tutti centri interessati dal voto. Un caso? Forse. Di certo, il segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti, dice che «la tempistica di questo atto, probabilmemnte dovuto, è discutibile». E lo stesso assessore Croce, rivendicando la sua buona fede, infine ammette di essersi “pentito”: «La circolare dovevo firmarla, ma forse sarebbe stato meglio farlo martedì».