sabato 13 giugno 2015

Repubblica 13.6.15
Le suore e i conti milionari. “Complici del malaffare”
di Giuliano Foschini


TRANI . «Gliel’ho detto al “piccolino”: ce lo volete dare questo nominativo?». In nome del Signore, brutte cose accadevano alla Casa divina provvidenza di Bisceglie. Tra le migliaia di pagine depositate dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza - come per esempio questa intercettazione della madre superiora, suor Marcella, con uno degli uomini del senatore Antonio Azzollini a fare più impressione sono quelle che riguardano le Ancelle, suore che a credere al gip Raffaella Volpe gestivano con grande disinvoltura gli “gli affari criminali della Congregazione”.
Emblematiche sono le transazioni effettuate sui conti allo Ior della Congregazione ancelle della divina provvidenza, nati ufficialmente per accontonare le pensioni delle religiose. Ma che in realtà servivano, così dice la procura di Trani, per distrarre fondi dal crac della Divina provvidenza. Per dire, su quei conti transitano bonifici per complessivi un milione e ottocentomila euro, 775mila euro dei quali disposti con un unico bonifico proprio da suor Marcella. E ancora sono registrati giroconti per cinque milioni di euro oltre a versamenti per circa duecentomila euro. «Cifre che dimostrano - spiega il gip - come su questo conto non confluiscono affatto solo i proventi delle pensioni». Anche perchè parte dei soldi vengono poi girati su un altro conto Vaticano: le suore, dice il gip, infatti, «avevano traslato una considerevole parte delle ricchezze dell’ente sui conti dell’istituto gemello, all’evidente scopo di occultarla alle eventuali azioni di recupero da parte dei creditori». Addirittura arrivano a firmare un «finto contratto di affitto.
Accanto a questa importante mole di denaro all’interno i conti, ci sono poi i movimenti politici per evitare che la gestione della Cdp passi di mano. Il 3 dicembre del 2013 sempre suor Marcella è al telefono con don Maurizio Pisciolla, assistente spirituale della Congregazione.
Nel corso della telefonata la religiosa, dopo aver comunicato che l’Ente aveva richiesto l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria «spinge il suo interlocutore ad attivare il suo referente politico, ovvero il senatore Azzollini affinché il ministero nomini uno o più soggetti di loro gradimento ». «Se si va all’amministrazione straordinaria» dice don Maurizio, «possiamo vedere per i nomi». «E sì!» risponde la Superiora. «Deve vedere per i nomi. Abbastanza, perché sono nomine del Governo, sono nomine politiche». La frequentazione era chiara già da tempo quando per esempio suor Marcella era seccata che Azzollini non avesse comunicato il nome di un suo protetto. «Almeno che ci dicesse, lui disse che doveva mandare una persona. Però noi siamo sempre appesi» dice al solito don Marcello che la tranquillizza. «A me non risponde al telefono, adesso lo richiamo io. Ci riprovo. Telefono fino a che non mi risponde».
Registrate ci sono poi telefonate in cui sempre suor Marcella è a conoscenza «di una discrasia, in danno dell’Ente, tra i metri quadri fatturati e quelli indicati come oggetto del contratto di pulizia ». «Ma lì ci sta la ragazza nostra...» dice all’interlocutore. E un’altra nella quale aiuta l’ex direttore generale Dario Rizzi, a non fare allontanare la sua amante, la dipendente Vasiljevic. «Stacci pure tu!» dice alla suora, «ancora tirano fuori qualcosa dal cilindro». «Va bene, va bene...» risponde la sorella.