lunedì 1 giugno 2015

Repubblica 1.6.15
Renato Brunetta: “Perde ovunque, l’effetto Matteo si è dissolto”
di Alberto D’Argenio


ROMA «Al momento con i dati che stanno arrivando ne viene fuori una sconfitta netta di Renzi e del renzismo, direi una sconfitta mortale. Il premier si dimetterà ». Renato Brunetta in piena notte è ancora asserragliato nel suo ufficio di capogruppo forzista a Montecitorio. Segue in diretta con il suo staff l’affluire dei dati delle regionali in costante collegamento con Arcore. L’ex ministro del governo Berlusconi azzarda le prime letture delle proiezioni.
Onorevole Brunetta, quale è il vostro giudizio a caldo sulle prime sentenze delle urne?
«Già il fatto che la Liguria sta andando dalla parte di Toti dice che Renzi perde. Perde per la spaccatura del centrosinistra causata dal renzismo. Inoltre anche l’Umbria è in bilico. E poi De Luca, e non è detto che vinca, ed Emiliano non sono candidati di Renzi. In Veneto invece la Moretti, lei sì candidata renziana, ha straperso».
Cosa ne deduce?
«Questi dati, per quanto provvisori, dicono che l’effetto Renzi delle europee non c’è più. D’altra parte lo si era già visto nelle elezioni in Trentino, dove il Pd era tornato sotto il 30%, addirittura al di sotto delle amministrative precedenti. Altro che il 40% delle europee. E pensare che il Trentino è una regione che dal governo di Renzi ha avuto solo vantaggi nonostante i quali è tornato a Bersani».
Ritiene che Renzi ne esca indebolito?
«Siamo di fronte alla sconfitta di Renzi, Mister 40% è morto, il partito di Renzi non c’è più, tutti i suoi candidati sono stati asfaltati al di la del soviet Toscana. La spinta propulsiva di Renzi è finita e ci saranno gravi ripercussioni nel Pd e nel governo. Voglio vedere se ora Renzi insisterà sull’Italicum, il renzismo è scoppiato, siamo tornati al Pd che se la gioca con il centrodestra come ai tempi di Bersani».
Se si confermano questi risultati chiederete le dimissioni del premier?
«Ma no, per carità, si dimetterà da solo. Un anno e mezzo di renzismo ha prodotto il nulla. Basta sommare i fallimenti in politica estera, in Europa su sicurezza e immigrazione, gli 80 euro che hanno fatto vincere a Renzi le europee ma che poi la gente ha pagato di tasca propria e si sono rivelati un boomerang. Così come la riforma della scuola e il decreto sui pensionati dopo la sentenza della Consulta. Ora Renzi vive il contraccolpo di tutti questi insuccessi. E se si aggiunge la furbata di mettere le elezioni in un ponte lungo di fine maggio che sconta circa un 10% di calo dell’affluenza, ne viene fuori un de profundis per Renzi».
La preoccupa la nuova fiammata dei Cinquestelle?
«Anche questa è una sconfitta di Renzi. Si dice che il buongoverno sconfigge l’antipolitica, ma i grillini sono più forti di prima, segno che non c’è stato buongoverno».
I risultati cosa dicono invece del centrodestra e di Forza Italia?
«La bassa affluenza è gravissima e penalizza il centrodestra per cui questo fa sperare che se si migliora l’offerta politica e si riesce a costruire un centrodestra unito è molto probabile che quei 10-20 punti di aumento dell’affluenza vadano a noi, che torneremmo competitivi se non maggioritari».