sabato 6 giugno 2015

La Stampa 6.6.15
Tsipras all’Ue: non ci faremo umiliare
L’accordo con la Grecia si allontana
Il premier sfida Juncker: “Proposte assurde, ritiratele”. Le Borse affondano
Schulz, presidente dell’Europarlamento, sbotta: mi sono rotto le scatole
di Marco Zatterin


Martin Schulz lo ammette. «Mi sono rotto le scatole». Il presidente dell’Europarlamento ce l’ha con Alexis Tsipras, non senza ragione. Mercoledì, nella cena alla Commissione Ue con Jean-Claude Juncker, il premier greco ha espresso apprezzamento per le concessioni fattegli dai creditori, soprattutto sui ritmi di correzione del deficit. Poi ha cambiato linea, sino a presentarsi ieri pomeriggio in Parlamento ad Atene e definire «assurde» le proposte di Ue, Fmi e Bce. A Bruxelles aveva anche promesso che avrebbe pagato il Fondo. Non lo ha fatto. «E’ un contesto in cui crescono incertezze e tensioni - dicono le fonti Ue -. Con queste premesse, un negoziato serio è inattuabile».
Tsipras non sembra preoccuparsi. Il suo discorso davanti ai deputati dell’assemblea ellenica ha titoli per entrare fra i classici del leader di Syriza. Cinico e pragmatico, ma non conclusivo. Ha contestato le cinque cartelle di proposta di compromesso che Juncker gli ha servito sulla tavola imbandita nella capitale europea, le stesse per le quali si era impegnato a inviare un testo su cui costruire una bozza di conclusioni. Ha chiamato a raccolta i suoi dicendo che la crisi greca impone una «soluzione definitiva», quale potrebbe essere la ristrutturazione del debito. «Un errore tattico - ha commentato un diplomatico europeo -. Perché lì si arriverà se si riesce a partire. Ma chiederla prima, non porta da nessuna parte». Il premier greco ha reiterato le sue «linee rosse», cioè avanzo primario (al netto degli interessi) abbordabile, debito ribilanciato, protezione delle pensioni e tutela dei salari reali. «L’asfissia economica di un paese pone una questione morale - ha affermato - e non ci faremo umiliare». Ancora: «Voglio sperare che la proposta sia ritirata». Applausi dalla maggioranza, gelo nell’opposizione, invitata a bocciare la strategia della Troika, ora “Brussels Group”. L’ex capo del governo, il popolare Samaras, gli ha risposto per le rime: «Hai distrutto il paese e ci hai isolato: smettila di mentire alla gente, interrompi le assunzioni statali, continua le privatizzazioni». Nonostante questo, Tsipras ha assicurato che intende trattare ancora, che «siamo all’ultima fase del negoziato». Per molti questo è il vero senso della sua arringa. La decisione di trasferire i pagamenti al Fmi a fine mese «dimostra che nessuno vuole la rottura», ha precisato: «Nella trattativa ci sono ancora distanze, ma siamo vicini a un accordo». Non si vede come si possa andare avanti, ribattono fonti Ue.
I mercati hanno perso l’ottimismo: la Borsa di Atene ha perso il 5%, Milano è andata giù del 2,1, Londra dello 0,8. E’ l’effetto “rinvio rimborsi Fmi”, certificano gli addetti ai lavori. Anche le tensioni interne all’Ue non aiutano. L’informata e potente Bild ha titolato ieri «Merkel perderà il suo ministro più importante?», sottolineando i timori che la linea più dialogante della cancelliera con Tsipras abbia incrinato i rapporti con falco dell’Economia, Wolfgang Schaeuble. Rapide le smentite, dalla cancelliere e dallo staff del tesoriere federale. I dubbi, però, restano intatti.
Nei quartieri comunitari si spera in un patto complessivo per l’Eurogruppo del 18 giugno, così da sbloccare il piano di salvataggio prorogato sino a fine giugno e 7,2 miliardi che servono ad Atene per pagare i debiti, a partire dall’1,6 miliardi che deve all’Fmi. Diventa di maggiore attualità la domanda «cosa farà Atene da luglio?». Avrà un po’ di soldi in cassa, ma non durerà a lungo. Dunque serve un terzo programma. Il piano dei greci è sempre stato di fondere il presente col futuro. I creditori hanno cercato di evitarlo. Il caso finirà per inquinare il vertice Ue del 25-26 giugno. Che disturbi il G7 di Frau Merkel, intanto, è già assodato.