La Stampa 6.6.15
Una mattina come tante
di Massimo Gramellini
«Allacciate le cinture, si decolla!» proclama Matteo l’Immaginifico al battesimo della nuova Alitalia che ovviamente associa alla nuova Italia, la sua. E l’aereo che decolla di prima mattina da Fiumicino alla volta di Linate torna subito indietro, dopo avere centrato in volo un uccello kamikaze. Forse un gufo. Di sicuro un migrante, ignaro che l’altro Matteo, il Felpato, durante una delle sue rare apparizioni televisive lo avesse derubricato da participio presente del verbo migrare a gerundio: un po’ come ignorante.
Mentre l’aereo con le piume nel motore ritocca terra, qualche metro più sotto, un treno della metropolitana ne tampona un altro, provocando ventuno feriti. Le autorità invocano l’errore umano: l’autista del veicolo tamponato si sarebbe fermato al semaforo rosso. Ma c’è una buona notizia: illesi i pendolari dei treni che ogni giorno collegano la periferia Est di Roma alla stazione Termini, grazie al fatto che, dei cinque macchinisti che avrebbero dovuto guidarli, quattro non si sono presentati al lavoro. Si sospetta un’epidemia fulminante (gerundio?). A questo punto slacciate pure le cinture, tranne quella dei pantaloni. E dopo avere rinunciato a decollare, provate almeno a camminare per le strade della Capitale che traboccano di immondizia. Un’impresa. Anzi una cooperativa, rossa o ciellina poco importa. La raccolta differenziata nel resto d’Italia costa 300 euro a tonnellata, a Roma 900. Per sapere in quali tasche finiscono gli altri 600, citofonare Buzzi-Carminati. Se Roma, come dicono, è la mucca da mungere, loro sono i lattai. E noi i soliti polli.