giovedì 4 giugno 2015

La Stampa 4.6.15
“Ora potremo scoprire i segreti di materia oscura e antimateria”
Ferroni, presidente dell’Infn: ci aspetta uno zoo di particelle sconosciute
intervista di Gabriele Beccaria


Tredici Tev. Professor Fernando Ferroni, lei è il presidente dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare: che cosa significa tutta quell’energia?
«Una singola zanzara o un Frecciarossa in piena corsa».
Spieghi.
«Il singolo protone può essere noioso come una zanzara, ma un intero “pacchetto”, composto da miliardi di protoni, come quelli che girano nell’acceleratore Lhc, equivale a un treno veloce lanciato contro un muro. Può fare decisamente male».
È il massimo possibile?
«Lhc è stato progettato per 14. Poi non si può andare oltre, a meno di non fare cambiamenti sostanziali».
Voi studiosi siete così eccitati da annunciare l’inizio di una «Nuova Fisica»: che cosa significa?
«Di sicuro la vecchia è finita!».
E quindi?
«Si sa che ci dev’essere una nuova... Perché la materia oscura esiste e perché ci sono fenomeni incomprensibili per i quali, purtroppo, non abbiamo una teoria solida».
La scoperta del famoso Bosone di Higgs, la particella che «dà» la massa, ha concluso un ciclo?
«La carta geografica che ci ha portati al Bosone è simile a quella che ha condotto Colombo verso le Indie. Poi - si sa - lui ha incontrato l’America: è stato un colpo di fortuna che noi non abbiamo ancora avuto».
Siete a corto di mappe?
«La mappa per la nuova fisica non c’è. Non sappiamo dove sta la Nuova Fisica. È Terra Incognita».
Però ci sono i vostri 13 Tev.
«I 13 Tev ci dicono che siamo sbarcati da qualche parte: ora siamo in grado di produrre particelle - se esistono - di massa maggiore di quelle generate finora».
Il problema?
«È se ci sono o non ci sono. La scommessa è trovare particelle che finora si sono ben nascoste. Perché abbiamo di fronte due problemi grandi come macigni».
Quali sono?
«Il primo è l’esistenza della materia oscura e il secondo è il motivo per cui noi ci siamo. E questa non è una questione filosofica: ci siamo - per fortuna - perché a un certo punto l’antimateria è scomparsa, lasciando il posto alla materia».
Avete tante ipotesi?
«Ci eravamo cullati nell’illusione che teorie come la supersimmetria ci dessero delle spiegazioni. Ora c’è un po’ più di cautela, dopo che all’energia di 8 Tev non si è visto niente, anche se ora abbiamo spalancato una porta e speriamo di vedere meglio».
Cosa le piacerebbe vedere?
«Animali sconosciuti di questo nuovo zoo di particelle».
Che tempi vi siete dati?
«Due anni».
E poi?
«Se entro due anni non abbiamo trovato niente, abbiamo un grosso problema: saranno 48 mesi di sofferenza o di gioia. Il mondo della ricerca è fatto così. Ci vuole la speranza di trovare e anche il coraggio di saper dire che, se non si è trovato nulla, abbiamo comunque fatto il nostro dovere».
Materia oscura e materia-antimateria: quanto sono legate le due questioni?
«Per quanto ne capiamo, non sono correlate, ma al momento la Teoria del Tutto non ce l’abbiamo proprio. Ecco perché c’è Lhc, che si deve considerare come una macchina di scoperta».
Che cosa significa che Lhc fa collidere protoni?
«Un protone di 13 Tev equivale a 13 mila masse di uno singolo: buona parte dell’energia si può trasformare in massa, creando così particelle di massa molto più grande rispetto ai protoni stessi».
Conseguenza?
«Se ci sono particelle di questa natura, si dovrebbero poter creare e quindi osservare».
Osservare con i quattro esperimenti di Lhc: cosa cercano in dettaglio?
«Due sono “tuttologi”, Atlas e Cms. Poi c’è Lhcb, che studia la materia-antimateria, e Alice, che si concentra sulle origini del cosmo, la “zuppa cosmica”».
Capiremo meglio l’Universo?
«È il nostro scopo ultimo».
Anche la sua fine?
«Quella la sappiamo già: è in espansione accelerata e si disintegrerà nel buio e nel freddo».
Tra quanto?
«Cento miliardi di anni».
C’è da preoccuparsi?
«No. La Terra uscirà dalla regione di abitabilità tra un paio di miliardi di anni. Per quella data ce ne saremo andati altrove o saremo già cotti».