venerdì 26 giugno 2015

La Stampa 26.6.15
La Corte suprema salva Obama
“La riforma sanitaria è legittima”
di Paolo Mastrolilli


L’eredità politica del presidente Obama è salva, almeno quella della riforma sanitaria. Infatti la sentenza con cui ieri la Corte Suprema ha confermato la legalità del principale risultato ottenuto dal capo della Casa Bianca sul fronte interno, garantisce in sostanza che sopravviverà alla sua amministrazione.
Sul tavolo dei giudici era arrivata una causa presentata da quattro abitanti della Virginia, legata a un aspetto specifico della riforma: quello dei sussidi offerti alle persone che comprano le nuove polizze. A livello nazionale, finora 10,2 milioni di cittadini hanno aderito all’Obamacare, ma questo numero include 8,7 milioni di utenti poveri che ricevono in media 272 dollari al mese dal governo per aiutarli a pagare le assicurazioni. Senza, molti di loro non potrebbero permettersele.
Offensiva repubblicana
La legge dice che tali soldi pubblici possono essere assegnati solo attraverso dei mercati «creati dallo Stato», e i repubblicani contrari alla riforma avevano approfittato di queste parole per cercare di farla deragliare, sostenendo che così discriminava alcuni cittadini. Infatti 34 Stati non avevano creato questi mercati per l’acquisto delle polizze, proprio per boicottare la riforma. Ma se i sussidi non erano disponibili per i loro abitanti, «Obamacare» violava il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, e quindi doveva essere annullata. Il governo federale aveva risposto intervenendo direttamente, per dare le agevolazioni al posto degli Stati che le rifiutavano, ma questa iniziativa era stata contestata appunto dalla causa finita davanti alla Corte Suprema. In altre parole, i conservatori contrari per principio alla riforma avevano scelto questo cavillo per bloccarla.
Il giudice scelto da Bush
Ieri sei giudici su nove, compreso il presidente della Corte Roberts che era stato nominato da George Bush, hanno dato ragione a Obama. È vero infatti, come ha notato lo stesso Roberts scrivendo l’opinione della maggioranza, che il linguaggio della legge si presta ad equivoci, ma l’intenzione reale del governo era «migliorare il mercato delle assicurazioni, non distruggerlo». Quindi il testo va interpretato come una generale autorizzazione allo Stato di intervenire in aiuto dei cittadini interessati a sottoscrivere le nuove polizze. Il giudice Scalia, scrivendo l’opinione della minoranza, ha denunciato che «ormai questa è la Scotuscare, la riforma sanitaria della Corte Suprema, perché stravolge le sue parole pur di difenderla».
La Casa Bianca festeggia
Obama ha celebrato rispondendo che «nonostante tutti i ricorsi, questa legge aiuta milioni di cittadini ed è destinata a restare». I repubblicani hanno criticato la sentenza, ma dietro le quinte hanno tirato un sospiro di sollievo, perché non avevano un’alternativa pronta da proporre ed erano divisi su come procedere. La riforma quindi sopravviverà al presidente che l’ha scritta, e se i suoi oppositori vorranno cancellarla, dovranno vincere le elezioni presidenziali e congressuali dell’anno prossimo.