venerdì 26 giugno 2015

La Stampa 26.6.15
Ma nel sobborgo davanti al Pireo la grande crisi ha già spento le luci
Perama, paese senza l’elettricità perché mancano i soldi per le bollette
di Niccolà Zancan


Quelle laggiù sono le luci scintillanti del Pireo, dove attraccano in continuazione i traghetti per le isole e gigantesche navi cargo della compagnia Cosco, in arrivo dalla Cina. Ma qui, in direzione Ovest, sotto la montagna, dove tutte le strade finiscono e si può solo tornare indietro, nulla si muove. Le case sono al buio. Non proprio spente, per la verità. Si cena con le lampade a gasolio e le candele, ci si arrangia con allacciamenti di fortuna. I cavi corrono da un tetto all’altro.

Questo è il paese senza luce. «Ogni giorno tagliano qualche contratto dell’elettricità», dice la signora Foteini Gynargyros. «Soprattutto la parte alta è in grandissima sofferenza. Le zone di Ikariotika e Neoktista». Insolvenze. Debiti. Abusivismo. Baracche. Gatti randagi. Vecchi contatori presi a martellate. Bussi a una porta a mezzogiorno e trovi due uomini di 40 anni seduti a un tavolo di plastica, in ciabatte e canottiera, che bevono una bottiglia di whisky scadente e dividono una scatola di sardine. «Non vogliamo parlare di questa miseria», dicono con gli occhi persi. «I greci sono orgogliosi», spiega la signora Gynargyros. «Lo saranno sempre. È la loro forza, ma anche la loro condanna».
Foteini Gynargyros è una dei 17 mila tassisti al lavoro nella zona di Atene. Ma è l’unica a vivere qui, in questo sobborgo a 20 chilometri dalla capitale. Ha 53 anni, un marito in pensione, ed è diventata una sostenitrice di Alba Dorata, il partito xenofobo di estrema destra, a furia di stare a Perama. «Guarda come ci hanno ridotti. La mia casa - 77 metri quadrati con vista mare - l’abbiamo pagata 160 mila euro. Oggi non me ne danno 50 mila. Voglio salutare l’Europa. Rivoglio la Grecia. Voglio che da questo Paese se ne vadano tutti gli immigrati che ci rendono ancora più miserabili». Adonis, il marito, tira un pugno sul cruscotto: «Non dire così! Ti prego. Sembri nazista. Non esagerare. La situazione è brutta, ma tornare alla dracma la renderebbe peggiore».
I coniugi Gynargyros stavano bene. Classe media. Lui ha lavorato per 25 anni come ufficiale sulle navi mercantili. «Conosco tutti i porti del mondo», dice accendendosi l’ennesima Assos. Ma è sempre tornato qua, perché alla fine è difficile tradire il posto in cui sei nato. «La mia pensione è stata tagliata da 1950 a 1410 euro. E sento che potrebbero chiedermi altri sacrifici. Non è giusto. Ho votato Tsipras, ma deve capire che è venuto il momento di far prevalere il popolo greco sulla troika». Marito e moglie si mettono quasi a piangere, quando arriviamo nella casetta più alta del paese. Fuori c’è una signora anziana che sbuccia due carote. Tutti sanno che è stata lei l’ultima a ricevere il taglio dell’energia. «Grazie, non ho bisogno di niente», dice soltanto.
«E’ per quelli come lei che sono arrabbiata e voto Alba Dorata. Come si può lasciare al buio questa signora? Perché continuano ad arrivare pakistani e bengalesi? Ogni giorno accoltellano qualcuno giù al porto». «Non è vero! Cosa c’entrano i pakistani?», si infuria il marito Adonis. «Non eri così quando ci siamo sposati...».
Le strade del paese sono deserte. «Dentro questa montagna i cinesi hanno costruito la galleria per far passare i container - spiega lui -. Hanno un piano per una ferrovia che risalga i Balcani, in modo da rendere più efficiente la distribuzione delle loro merci». Ed ecco la scena: grandi navi all’orizzonte, treni merci sotto il pavimento di queste piccole povere case, Perama al buio. «Anche noi abbiamo ritirato dei contanti dalla banca. E’ ovvio. Siamo preoccupati per la situazione», dice Adonis. «Molto preoccupati», rincara Foteini. «Nei tempo belli con il taxi portavo a casa 150 euro al giorno. Oggi faccio fatica ad arrivare a 40». Dove avete nascosto i vostri risparmi? «Nel frigo», dice lei. «Ma non ditelo a nessuno, per carità. Ho paura che vengano a derubarci». «Non verrà nessuno, stai tranquilla», interviene lui soffiando una nuvola di fumo, tossendo forte e ridendo allo stesso tempo. «Ci lasceranno morire in santa pace. Non vedi che Perama assomiglia già a un cimitero?».