sabato 20 giugno 2015

La Stampa 20.6.15
Mediazione difficile sul ruolo dei presidi
di F. Mae.

La «buona scuola» affronta la sua settimana cruciale. La maggioranza tornerà martedì in commissione al Senato con un testo riscritto in alcuni punti.
Difficile infatti che si presenti già con in tasca il maxi-emendamento. Più probabile invece, come ha auspicato ieri Graziano Delrio, che le correzioni al testo vengano esposte a un paio di giorni di dibattito pubblico. Poi, ha fatto filtrare il governo, se le opposizioni proseguiranno sulla strada dell’ostruzionismo non resterà che la fiducia.
Ma l’accordo, dentro al Pd, sembra esserci e arriva nel giorno della nascita di «Sinistra è cambiamento», corrente minoritaria interna al partito con un atteggiamento dichiaratamente dialogante rispetto alla maggioranza. Il punto di saldatura è la questione dell’autonomia.
Il modello che dovrebbe affermarsi è quello precedente alla riforma Gelmini, ma occorrerà il fine settimana per capire il punto di caduta di una mediazione delicata.
Scegliere il modello Berlinguer chiuderebbe del tutto la porta a una mediazione con Forza Italia, dalla quale erano arrivati segnali distensivi.
Su tutto però prevale il tema dell’immissione in ruolo dal primo settembre di tutti e 100mila i nuovi insegnati annunciati con la riforma. Mentre le opposizioni chiedono a gran voce un decreto ad hoc, il governo è intenzionato a tenere agganciate le nuove assunzioni all’approvazione complessiva della riforma.
Poi c’è la questione della valutazione, sulla quale sono possibili aperture che verranno vagliate oggi, mentre si profila un doppio binario nel bonus scuola per i genitori che decidono di iscrivere i figli agli istituti pubblici e quelli che invece optano per le paritarie.
Nessun cambiamento invece sui dirigenti scolastici. Ieri la relatrice del provvedimento in commissione, Francesca Puglisi, ha ribadito il no alla modifica del ruolo del preside previsto dalla nuova legge. Quella materia, strettamente legata all’autonomia, è troppo delicata da maneggiare senza stravolgere un impianto complessivo messo già a dura prova dalle mediazioni di queste ore.
Ma il punto più delicato dell’intero provvedimento sulla scuola resta quello. La parte di minoranza interna al Pd rimasta fuori dall’accordo già affila le armi per il ritorno della legge alla Camera. «Tutto questo potere ai presidi mette in discussione la libertà di insegnamento» commentava ieri la deputata dem Enza Bruno Bossio, sintetizzando un clima che rende i passaggi parlamentari della prossima settimana delicati e a rischio incidenti.