giovedì 18 giugno 2015

La Stampa 18.6.15
Orfini: la battuta di Renzi su Marino sbrigativa ma il sindaco si muova
“Questa vicenda andava trattata con più garbo e professionalità”
intervista di Carlo Bertini


Matteo Orfini, come la pensa il premier su Marino si è capito. Lei, commissario del Pd per Roma, non ritiene che Marino dovrebbe dimettersi?
«Non mi pare sia quello che ha chiesto il premier. Renzi vuole che Roma sia governata nel migliore dei modi ed ha posto una domanda semplice al sindaco: se pensa di essere nelle condizioni di rilanciare l’azione amministrativa, quando e se si risolverà la vicenda dello scioglimento del comune. Una posizione che condivido. E segnalo quanto detto dal procuratore Pignatone davanti alla commissione Immigrazione, cioè che negli anni della giunta Alemanno c’è stato l’apice di mafiacapitale...».
Perdoni se la interrompo: Renzi ha scaricato Marino a mezzo stampa o hanno avuto tutti un’impressione sbagliata?
«Renzi ha difeso Marino sotto il profilo morale, ha detto che non considera l’ipotesi che Roma venga sciolta per mafia e che nel momento in cui questa partita si chiuderà ne dovrà cominciare un’altra, quella di dimostrare di essere in grado di rilanciare una città piegata da questi scandali».
E come mai nel Pd tutti si chiedono come finirà il derby tra i due Matteo sulla tenuta di Marino?
«I derby li giochiamo con la playstation. Io sono commissario del Pd di Roma su mandato di Renzi per ricostruire il partito e far funzionare al meglio il governo della città».
Dopo la sconfessione del sindaco che lei ha blindato per settimane non è rimasto spiazzato?
«Quanto detto da Renzi a Porta a porta mi trova d’accordo. Ho trovato invece sbrigativa la battuta fatta nel colloquio con Gramellini: siccome stiamo parlando della capitale d’Italia e di un problema serio come mafia-capitale, a questa vicenda va dedicato più garbo, non la si può risolvere con una battuta e infatti Renzi ha spiegato meglio quale sia il suo pensiero».
Cosa dovrebbe fare il sindaco per continuare a governare?
«Lo discuteremo insieme anche al segretario del Pd fra qualche giorno quando arriverà la relazione di Gabrielli. Se come spero dirà che possiamo andare avanti, si farà una valutazione su limiti e pregi dell’amministrazione e vedremo cosa fare. Evidentemente i limiti che ha avuto questa amministrazione fin qui hanno avuto delle ragioni. Da un lato l’aggressione degli squali al comune e dall’altro il fatto che c’era un pezzo del Pd che ha remato contro il sindaco. E questo emerge con ancora più chiarezza dall’inchiesta».
Marino dovrebbe rifare in toto la giunta?
«Credo che serva un salto di qualità, un pezzo del lavoro è stato fatto con il rimpasto e penso all’ impegno straordinario dell’assessore alla legalità Sabella. Il tema è ora se Marino ha la forza, il coraggio e l’energia necessaria per essere protagonista di questa ulteriore azione di rilancio».
E secondo lei ce l’ha?
«Io penso e spero di sì, ma è una valutazione che dovremmo fare tutti insieme con grande sincerità. E aggiungo: la fonte di legittimazione di Marino non siamo io o Renzi, nè io nè lui siamo nelle condizioni di decidere la fine di un’esperienza amministrativa, l’unico che può farlo è Marino medesimo. Questo prevede la legge».
Tradotto: inutile il pressing, perché solo lui può decidere se dimettersi?
«Stiamo parlando della capitale, città che rappresenta il paese nel mondo. Vedere accostate le vicende di questi giorni a Roma è un dolore e una sofferenza per tutti. E quindi un tema del genere va trattato con garbo e professionalità: se c’è una discussione politica da fare la si fa al momento giusto e nelle forme dovute, ma la cosa peggiore per Roma è finire nelle pagine dei retroscena politici oltre che in quelle giudiziarie. Insomma è una questione che non si può pensare di risolvere con dichiarazioni sbrigative».