venerdì 12 giugno 2015

La Stampa 12.6.15
I sindacati si ribellano ai rinvii: “La scuola non può aspettare”
di Flavia Amabile


La riforma potrebbe slittare? E anche le assunzioni? Mentre procede il blocco degli scrutini con adesioni molto alte e l’esame del ddl procede più lentamente, nessuno si stupisce che si torni a minacciare un rinvio. Ma nessuno ha intenzione di cedere se il messaggio è: prendere o lasciare. «Siamo di fronte all’ennesimo ricatto - avverte Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti - Da mesi è così ma quel ddl è irricevibile, quindi lo rispediamo in ogni caso al mittente. E comunque si dovrà procedere alle assunzioni previste per il turn-over e per le supplenze che hanno scadenza il 31 agosto: sono quasi 50mila persone. Ne restano fuori solo altre 50mila. Entreranno nel giro di poco, con il turn-over».
Per Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, lo slittamento sarebbe un gesto «di buonsenso». Anche se l’intero iter, compreso il ritorno alla Camera, venisse completato entro il 30 giugno sarebbe complicato avviare le assunzioni con le nuove norme. Questa macchina amministrativa non è in grado di gestire un’operazione così ampia».
E il governo mente, secondo Marcello Pacifico, portavoce dell’Anief: «Il Parlamento ha già autorizzato le assunzioni nella legge di stabilità. È stata stanziata una cifra e nei conti pubblici è già presente la posta. A questo punto basta una riunione del Consiglio dei Ministri ed un semplice decreto. Se il governo decide di non provvedere è solo sua la responsabilità, non può scaricare la colpa sul Parlamento».
È quello che sostengono anche i parlamentari del M5s. Se ci sarà un rinvio, il governo «sarà l’unico responsabile di questo caos» e comunque «non si azzardi a giocar esulla pelle dei docenti precari che ha preso in giro per oltre un anno».
Non vogliono sentir parlare di slittamento i presidi. «C’è bisogno ancora di riflettere? - chiede Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi - ma se è da settembre che si sta discutendo e rifflettendo».