giovedì 4 giugno 2015

Il Sole 4.6.15
La riforma al Senato. Emendamenti dei relatori al voto da lunedì prossimo - Slittano di tre mesi i nuovi bacini dei docenti
Scuola, maggioranza a rischio in commissione
di Cl. T.


ROMA Slittamento in vista di tre mesi per i nuovi ambiti territoriali da cui andranno scelti i docenti dell’organico dell’autonomia. A prevederlo è uno degli emendamenti dei relatori alla «Buona scuola» che è stato depositato lunedì e che sarà votato presumibilmente la prossima settimana. Compatibilmente con il percorso accidentato che la maggioranza incontrerà in commissione Istruzione del Senato, specie dopo la fuoriuscita dei centristi.
Il passaggio di Tito Di Maggio da Gal ai fittiani rende infatti ancora più complicati i rapporti di forza in commissione. Al momento i senatori che potrebbero dire sì al provvedimento del governo sarebbero 11 contro i 12 dell’opposizione. Con una complicazione ulteriore: negli 11 rientrano 9 del Pd, contando però anche il presidente Marcucci (ma di solito il presidente non vota) e i due della minoranza Dem Walter Tocci e Corradino Mineo. Dopo l’annullamento della seduta notturna di ieri i lavori in commissione riprendono oggi. Con l’obiettivo - spiega Marcucci - di «concludere l’esame del Ddl la settimana prossima, per poi inviare il testo all’Aula». Entro venerdì si conta di terminare la discussione generale e l’illustrazione degli emendamenti, per iniziare a votarli da lunedì o martedì.
Il governo per ora non chiude la strada del dialogo. Ma la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha fatto intendere che non ci saranno stravolgimenti: «Non c’è bisogno di correttivi, ma di dare al testo una stesura definitiva che lo ripulisca forse di qualche appesantimento e che chiarisca meglio. Questo può valere, ad esempio, per la valutazione, a partire da quella dei dirigenti scolastici, che deve essere priva di ambiguità interpretative». La minoranza dem continua invece a invocare una revisione sostanziale del Ddl e nel pacchetto di emendamenti presentati chiede di ridurre la portata del potere dei presidi, di allargare il piano di assunzioni, e di rivedere il programma sui finanziamenti privati agli istituti (lo school bonus).
Per ora i relatori, Francesca Puglisi (Pd) e Franco Conte (Ap) hanno presentato solo quattro proposte di modifica, che apportano alcuni aggiustamenti. A partire da quello sugli “ambiti territoriali” da cui le scuole potranno attingere gli insegnanti per potenziare la didattica. Nell’attuale versione del Ddl la nascita (e l’ampiezza) di tali ambiti deve essere fatta entro il 31 marzo. Con l’emendamento presentato dai relatori si sposta questa data al 30 giugno 2016, cioè a conclusione dell’attività scolastica (per guadagnare di fatto un po’ più di tempo). Un’altra modifica, sempre dei due relatori, chiarisce che i docenti già in ruolo conservano la titolarità della cattedra presso la scuola di appartenenza. Il personale in esubero o soprannumerario nell’anno scolastico 2016/2017 è assegnato a domanda a un ambito territoriale, e dal medesimo anno la mobilità territoriale e professionale degli insegnanti opera tra gli ambiti territoriali (che comunque avranno una dimensione inferiore alla provincia o alla città metropolitana).
Si fissa anche una tempistica per l’assegnazione alle scuole delle risorse del fondo di funzionamento: i 4/12 arriveranno entro settembre, i restanti 8/12 entro febbraio dell’esercizio finanziario successivo.