martedì 16 giugno 2015

Il Sole 16.6.15
Dalle opposizioni a Sel, assedio a Marino
Campidoglio. I consiglieri della lista Marchini si autosospendono
La Pd Tiburzi attacca sul gay pride
di Mariolina Sesto


Roma Un pezzo di opposizione, quella di Alfio Marchini, lascia il colle del Campidoglio per l’Aventino, per poi contestarlo ai piedi del Marc’Aurelio insieme al Movimento Cinque Stelle. Intanto, una delle “gambe” della maggioranza, Sel, gli morde i garretti e si chiede se si possa andare avanti. Non c’è pace per il sindaco di Roma Ignazio Marino, da settimane sotto un pressing costante che ne chiede le dimissioni dopo il terremoto dell’inchiesta Mafia Capitale. L’ex chirurgo, certo, gode della piena copertura politica dei vertici del suo partito, in testa il commissario romano e presidente Matteo Orfini. Per questo ha quasi un sapore di beffa che venga proprio da casa Pd l’ultima tegola, quella della consigliera Daniela Tiburzi e le sue dichiarazioni contro il Gay Pride. Dove Marino aveva sfilato da eroe solo lo scorso sabato. Ma ieri il primo attacco è arrivato da Alfio Marchini: «Non siamo stati eletti per scaldare poltrone - ha detto l’imprenditore che lo sfidò alle comunali - per cui noi della lista Marchini (lui e il capogruppo Alessandro Onorato, ndr) ci autosospendiamo fin quando il sindaco, con un sussulto di dignità, annuncerà le sue dimissioni. Manca l’agibilità politica per continuare a fare il nostro lavoro in un Consiglio comunale fantasma». E poi ci sono i mugugni, nella migliore delle ipotesi, della sua maggioranza: ieri Sel doveva riunirsi «per decidere come andare avanti» dopo la seconda ondata di arresti di Mafia Capitale. Si vedranno invece mercoledì pomeriggio, e sarà «una riflessione aperta per l’avvio di un percorso di ascolto della città e del popolo di sinistra». Sel, che esprime il vicesindaco Luigi Nieri, si è detta già nei giorni scorsi «insoddisfatta» della situazione in Campidoglio, e la consigliera Imma Battaglia non ha affatto escluso di uscire di maggioranza. Le opposizioni, da parte loro, continuano con lo stillicidio quotidiano: al grido di “dimissioni, dimissioni” decine di militanti del M5S hanno contestato Ignaro Marino sulla piazza del Campidoglio. «Sono inadeguati - ha affermato il capogruppo capitolino Marcello De Vito -. Serve una amministrazione onesta che sappia quello che deve fare: noi siamo pronti». Magari candidando il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio? «Decideranno gli iscritti», ha tagliato corto il diretto interessato, arrivato in Campidoglio. I M5S hanno esposto un grande striscione “Onestà”, mentre “Dignità” chiede il cartello dei marchiniani: «Chiediamo le dimissioni del sindaco - ha spiegato il capogruppo Onorato - un nuovo inizio che possa restituire speranza ai romani». Marino intanto cerca il contatto diretto con i cittadini e ieri è andato a un incontro a via Bravetta: «In questo momento - ha riconosciuto - vedervi è un elemento che dà grande forza alla nostra amministrazione. Il fatto che il mio predecessore abbia un avviso di garanzia per associazione mafiosa non mi fa piacere». Dimettersi non è in predicato. Ieri mattina lo sguardo al futuro con lo Stadio della Roma, nel pomeriggio si parla di bilanci: «Quello che abbiamo trovato è peggio di quanto io pensassi».
Intanto oggi gli ispettori nominati a dicembre dal predecessore di Gabrielli, Giuseppe Pecoraro, consegneranno al prefetto il rapporto sulle infiltrazioni di Mafia Capitale negli uffici del Campidoglio. Una relazione corposa, circa mille pagine, focalizzata in particolare su appalti, bandi di gara, legami tra consiglieri e funzionari ed esponenti dell’organizzazione criminale smascherata dalla Procura di Roma. Gabrielli avrà 45 giorni per decidere se chiedere il clamoroso commissariamento del Comune.