Il Sole 10.6.15
I numeri in Parlamento. Da Verdini i possibili voti di «soccorso»
L’ex coordinatore del Pdl incontra Berlusconi: verso l’addio con un gruppo di senatori da Fi, Gal e Ncd
di Barbara Fiammeri
Roma Le premesse con cui ieri sera Denis Verdini è arrivato a Palazzo Grazioli erano già ben note a Silvio Berlusconi. Il senatore forzista continua a perorare la causa del Nazareno e della condivisione delle riforme con Matteo Renzi . Strada che invece Berlusconi al momento ha abbandonato. Eppure, nonostante l’evidente divergenza e anche qualche durissimo scontro verbale, il Cavaliere ha continuato a cercare Verdini e ieri lo ha invitato a cena. Un faccia a faccia per verificare se davvero quello che un tempo era il suo braccio operativo sia pronto a fare il grande salto: lasciare Fi, come hanno già fatto la scorsa settimana i fittiani, per dar vita a un suo gruppo di «responsabili». Dodici senatori, scriveva ieri pomeriggio l’Ansa - di cui metà di Fi e altri provenienti da Gal, dal misto e anche da Ncd - sarebbero già pronti a seguirlo.
Così , dopo il pranzo con i fedelissimi del “cerchio magico” (Toti, Rossi e Bergamini), i capigruppo Romani e Brunetta e i loro vice, per fare il punto sulla grave situazione finanziaria del partito (sarà chiusa probabilmente la sede di Piazza san Lorenzo in Lucina) e fissare per domani una riunione della Direzione per formalizzare lo stato dei conti (del vecchio Pdl), Berlusconi, che era particolarmente di buon umore anche in vista dell’appuntamento di oggi con il presidente russo Vladimir Putin, si è preparato all’incontro con Verdini.
Il Cavaliere sa che oltre alle questioni “alte” sulle riforme, i dissapori con Verdini dipendono anche da ragioni più spicciole, come il rapporto con il “cerchio magico”, la lista presentata in Toscana, i ruoli all’interno del partito. E sa anche che per Verdini è questo il momento di giocarsi le sue carte, in primis con Renzi, a cominciare dal sì alla riforma della scuola che i verdiniani hanno già garantito al premier.
Non è detto che questo porti inevitabilmente e immediatamente alla nascita di un nuovo gruppo. Anche perché al di là delle voci sui 12 senatori, al momento ce ne sarebbero solo 9 , compresi gli ex Sandro Bondi e Manuela Repetti ma anche un paio di senatori vicini a Saverio Romano, che ormai sembra aver detto definitivamente addio alla pattuglia dei fittiani. Tra i verdiniani si collocherebbe poi Vincenzo D'Anna (che ha sostenuto in Campania De Luca) e, sempre da Gal, arriverebbe Lucio Barani. Nel nascente gruppo ci sarebbero poi i “3 Riccardo”: Conti, Mazzoni e (forse) Villari.
Anche Berlusconi però si sta muovendo e non poco. Anzitutto sui senatori forzisti, per contrastare l’operazione di Verdini. Ma anche su chi si è mostrato insofferente, sempre tra i senatori, dentro Ncd (raccontano di un corteggiamento assiduo a Guido Viceconte). Nessuna fretta però. Il Cavaliere è convinto di avere tempo perché «Renzi in questo momento è più debole e non può permettersi di tornare al voto in tempi brevi».
Un tempo che nella testa di Berlusconi deve servire anche a riequilibrare il rapporto con Matteo Salvini. E il primo segnale è proprio l’incontro con Putin. Un modo per far capire al leader della Lega, che più volte si è schierato apertamente con il presidente russo, che l’unico interlocutore accreditato al Cremlino è solo lui, il Cavaliere.