mercoledì 10 giugno 2015

Il Sole 10.6.15
Premi al merito, più spazio ai docenti
Allo studio nuove modifiche: criteri più ampi per valutare i presidi e stop alle classi pollaio
di Eu. B.


Se la «Buona Scuola» fosse una partitura sarebbe sicuramente un adagio. La conferma arriva ancora una volta dal Senato. Non solo per l’incidente di percorso sul parere della Affari costituzionali (su cui si veda altro articolo in pagina) ma anche per quello della Bilancio che non è ancora arrivato e che potrebbe tra l’altro imporre, stando a quanto si apprende, di tassare la card da 500 euro per i docenti. Un ritardo che ha impedito anche ieri alla commissione Istruzione di iniziare il voto sugli emendamenti al ddl. E che ha permesso però alla maggioranza di mettere a punto le ulteriori modifiche da formalizzare per andare incontro alle richieste del personale scolastico e della minoranza Pd.
Tra i possibili «punti di equilibrio» a cui ha fatto riferimento lunedì sera il premier Matteo Renzi uno dovrebbe riguardare il comitato per la valutazione che dovrà fissare i criteri sulla base dei quali i dirigenti scolastici assegneranno i premi ai docenti meritevoli. Tra le due ipotesi sul tavolo (estromettere gli studenti e i genitori oppure rafforzare il numero degli insegnanti presenti al suo interno) la soluzione preferita dovrebbe essere la seconda.
Sempre in tema di valutazione dovrebbe arrivare un’ulteriore precisazione dei principi da seguire per la “pagella” dei presidi: non si terrà solo conto del rispetto del piano dell’offerta formativa (Pof) ma anche dell’abbattimento dei tassi di dispersione e di ripetenza e del grado di apertura al territorio degli istituti. Presidi che rischiano, da un lato, di vedersi applicato il tetto di sei anni per la permanenza nello stesso istituto e, dall’altro, di incassare un restringimento ulteriore del potere di chiamata diretta. Grazie alla previsione che per aggiornare la “squadra” dei docenti dell’organico dell’autonomia bisognerà prima cambiare il Pof.
In rampa di lancio ci sarebbero poi il superamento delle classi-pollaio, attraverso la cancellazione delle norme della riforma Gelmini e l’affidamento al Miur di un piano pluriennale per rivedere il tetto di alunni per classe. Margini molto più stretti ci sono invece per il piano di assunzioni. I beneficiari dovrebbero restare 100.701. Se però l’approvazione definitiva del ddl (che una volta uscito da Palazzo Madama dovrà comunque tornare alla Camera) dovesse slittare a metà luglio e dunque non si riuscisse a far partire già dal 1° settembre la nascita dell’organico dell’autonomia potrebbe scattare il piano B. Sottoforma di un’assegnazione provvisoria degli insegnanti per il primo anno in attesa del varo definitivo nel 2016.
Un tema su cui interviene anche la relatrice Francesca Puglisi (Pd): «Se qualcuno punta allo stralcio del piano di assunzioni - sottolinea - sappia che il nostro no è categorico, mentre siamo aperti a modifiche che ci consentano di migliorare la Buona scuola».