il Fatto 23.6.15
Renzi e l’ispettore Ignazio Clouseau
di Antonio Padellaro
Marino è una persona onesta ma esseri onesti non è sufficiente”, ripete Maria Elena Boschi, fondatrice della corrente dorotea del Pd, quella che ti offre da bere e intanto avvelena il pozzo. Tralasciando le ragioni (anche fondate) che spingono il suo dante causa, Matteo Renzi a liberarsi del sindaco di Roma, vale la pena di soffermarsi sulla frase del benservito che, nella sua interezza, appare senza capo né coda. O meglio, con una coda che nega e contraddice il capo. Infatti, tradotto dal doroteiese e sfrondato da soavità e sorrisini, il messaggio del bis ministro suona pressappoco così: Marino sei un incapace assoluto, l’Urbe è una cloaca a cielo aperto ed è anche grazie a te se il partito renziano tracolla nei sondaggi; ma siccome tu con Mafia Capitale, purtroppo, non c’entri e non ti possiamo cacciare come tanto vorremmo, stai in campana perché la tua infelicità (politica) sarà la nostra missione nella vita. Si da il caso, però, che l’offensiva Renzi-Boschi stia provocando l’effetto opposto a quello sperato e che per l’eterogenesi dei fini, il primo cittadino che fino a qualche giorno fa stentava a farsi vedere in giro dai romani, giustamente esasperati da buche, traffico e monnezze varie, oggi venga acclamato alle feste dell’Unità come campione della lotta al malaffare. Finirà come nei film dell’ispettore Clouseau, con il trionfo dell’inconsapevole Ignazio e con il capo della polizia Renzi che si affetta le dita dalla rabbia.