martedì 23 giugno 2015

La Stampa 23.6.15
Il premier e Marino alla resa dei conti
Si dimette l’assessore ai trasporti Improta ed è in bilico anche la Scozzese al Bilancio Palazzo Chigi preme per un rimpasto. E Anzaldi avvisa: l’ipotesi commissario è concreta
di Francesco Maesano


Dopo il conflitto in campo aperto della scorsa settimana, tra Ignazio Marino e Matteo Renzi è l’inizio della guerra fredda. Mentre ieri il sindaco convocava la sua maggioranza per ribadire l’intenzione di proseguire nell’incarico, al Campidoglio arrivava l’ufficializzazione definitiva delle dimissioni del suo assessore ai trasporti. Domenica Matteo Orfini, al quale ieri è stata assegnata la scorta in relazione al suo impegno politico nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”, aveva provato a smentire l’addio di Guido Improta, che invece ha confermato l’intenzione di lasciare la giunta pur provando a smentire la correlazione con la vicinanza politica al premier.
Ma che Palazzo Chigi spinga per obbligare Marino a un rimpasto sostanzioso della sua giunta non è più un segreto. «La vera emergenza è che possa avvenire un commissariamento – avvertiva ieri Michele Anzaldi, deputato Pd critico con il sindaco – anche perché da come appare dalle parole di Bindi, Pignatone e Gabrielli, l’ipotesi dell’arrivo di un commissario sembra concreta. Non per mafia, ma per i ripetuti episodi di corruzione. Il problema di Marino – ha proseguito Anzaldi – è che non riesce a coniugare l’impegno sulla legalità, per il quale sta ben operando la magistratura, con l’incarico da super-amministratore di condominio che gli chiede di interpretare la città. La spazzatura va tolta: che lo faccia un carcerato o un premio Nobel per me fa lo stesso».
Critiche alle quali Marino ha provato a rispondere nel suo incontro con la maggioranza di ieri, durante il quale il primo cittadino ha chiesto ai suoi di «lavorare di più come una squadra», dicendosi «entusiasta del rapporto con la maggioranza, anche nei momenti di confronto più duro» e chiedendo a tutti di «lavorare col sorriso per il bene della città». Il sindaco ha anche rilanciato l’impegno di Roma per la candidatura a città ospitante delle Olimpiadi del 2024.
Un incontro trasmesso in streaming per lanciare un messaggio diretto ai romani e al suo partito: «Io non sono attaccato alla poltrona, in questo momento si tratta di una delle più scomode in circolazione», ha detto Marino rivendicando per sé e per la sua giunta il merito di aver «spezzato il circolo tra cattiva politica e corruzione».
Ma nonostante le resistenze del sindaco l’ipotesi del rimpasto sembra prendere sempre più corpo. Se anche l’assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, dovesse rassegnare le dimissioni, la giunta resterebbe priva di due deleghe cruciali. Per Marino sarebbe impossibile rimpiazzare due caselle così importanti della sua amministrazione senza consultarsi con la maggioranza. Ecco perché l’addio della Scozzese costituirebbe il punto di non ritorno per il governo della città. Al sindaco a quel punto resterebbero ben poche opzioni: o una mediazione in extremis che coinvolga Palazzo Chigi o il passo finale delle dimissioni.