Corriere 9.6.15
Se la rappresentante Onu mette israele a fianco di Isis
di Davide Frattini
Se le indicazioni di Leila Zerrougui, avvocatessa algerina, fossero state accettate, l’esercito israeliano sarebbe finito in una lista degli orrori composta dalla Siria, il Sudan, Boko Haram, lo Stato Islamico, i talebani. La rappresentante speciale delle Nazioni Unite ha esaminato, per il suo dossier sui bambini coinvolti nelle guerre, i cinquanta giorni di conflitto tra Israele e Hamas nel 2014.
Il rapporto è stato consegnato al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, con la proposta di inserire Tsahal (l’estate scorsa nella Striscia di Gaza sono morti oltre 500 minori) e i miliziani palestinesi del movimento fondamentalista, criticati per il lancio indiscriminato di razzi verso le città israeliane, un bambino di quattro anni ucciso. Nelle 43 pagine sono anche ricordati i tre giovani israeliani rapiti e uccisi da estremisti palestinesi.
Gli americani sarebbero intervenuti per premere sul segretario generale. Barack Obama ha avvertito Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti potrebbero in qualche occasione togliere lo scudo diplomatico protettivo a Israele: le dichiarazioni pre-elettorali del premier a metà marzo (aveva respinto l’idea di un accordo di pace con i palestinesi) hanno indispettito la Casa Bianca. Non fino al punto, però, di permettere che gli israeliani finissero in compagnia vergognosa del dittatore siriano Bashar Assad o di Abubakar Shekau, leader di Boko Haram.
Fonti diplomatiche alle Nazioni Unite considerano inusuale la decisione presa da Ban Ki-moon di opporsi, il dossier — che verrà pubblicato il 18 giugno — è stato letto dal Consiglio di Sicurezza, l’ultima parola spettava al segretario generale. Che comunque attacca Israele: «L’impatto sui bambini a Gaza è stato senza precedenti, le violazioni molto gravi lasciano preoccupati sul rispetto delle leggi umanitarie internazionali» .