Corriere 3.6.15
Non dimentichiamo l’eroe Hans Schmidt
di Gian Antonio Stella
Ci sono cinque Hans Schmidt in Wikipedia: un architetto, un bobbista, un calciatore morto un secolo fa, un altro calciatore morto nel ‘71, un direttore d’orchestra. Manca, però, il «nostro» Hans Schmidt. Un eroe semi-sconosciuto. Assassinato come traditore insieme con altri quattro ragazzi tedeschi con addosso la divisa della Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca. Sarebbe davvero un peccato se il 70º anniversario della fine della II Guerra Mondiale passasse senza ricordare quei giovani che, con Hans, bruciarono la loro vita per salvare almeno un pezzetto dell’onore della Germania travolta dall’ubriacatura nazista. Si chiamavano Erwin Bucher, Erwin Schlunder, Karl-Heinz Schreyer e Martin Koch. Hans Schmidt aveva 29 anni ed era di Treptow, un quartiere di Berlino. Socialista, pacifista (la moglie e la figlia rifiuteranno anni dopo la dedica di una caserma), messo in galera nel 1935 perché nemico del nazismo, venne arruolato a forza verso la fine della guerra e mandato ad Albinea, sull’appennino reggiano, dove c’era una compagnia di trasmissioni della Luftwaffe. Appena gli fu possibile, prese contatto coi partigiani. Ricorderà Oddino Cattini, della 37esima brigata Gap, in una intervista a Guido Ambrosino: «Voleva consegnarci il centro di trasmissioni, con le armi, le radio e tutto il materiale che per noi sarebbe stato prezioso. Lui, e altri cinque soldati d’accordo con lui, sarebbero venuti in montagna, come nucleo iniziale di una formazione che raccogliesse altri disertori tedeschi». Qualcuno li tradì. E furono tutti giustiziati. «La domenica del 27 agosto fu una giornata silenziosa», avrebbe raccontato don Alberto Ugoletti, parroco di Albinea, «Alle sei e mezzo del pomeriggio si udirono tre scariche di mitraglia. Intuimmo che c’era stata un’esecuzione». Verso sera, un autocarro tedesco scortato da una decina di soldati, arrivava al cimitero per gettare i cadaveri in una fossa comune: «Prima di ritirarmi dal cimitero mi sono avvicinato al comandante chiedendo se potevo avere i nomi. Mi rispose seccamente di no. Uscendo un soldato mi si avvicinò e mi disse: domattina ritorni sulla tomba e sotto le zolle troverà dei biglietti col nome. Sono figli di un dio ignoto, prete».
Il giorno dopo la moglie ricevette un telegramma: «Suo marito, il maresciallo Hans Schmidt, è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco durante il suo arresto per tradimento il 26.8.1944. Le facciamo presente che è vietato ogni annuncio di morte pubblico, ogni necrologio, ogni commemorazione».