Corriere 19.6.15
Alla scuola degli amanuensi
«La calligrafia è terapeutica»
di Giuseppina Manin
Scrivere a mano è diventata una rarità, quasi una stravaganza. Niente più lettere, né biglietti d’amore. Tutto quello che abbiamo da dire passa attraverso la lingua dei segni di computer, tablet, telefonini. Se prima per impugnare una penna servivano, pollice e indice a contatto, il medio di sostegno, adesso per battere sui tasti basta l’indice. Smarrito, solitario y final .
Ma ecco che a scompigliare il destino dei nativi digitali, quelli che imparano a scrivere dritti sul computer senza neanche passare dal quaderno, torna inattesa e prepotente la calligrafia. Anzi, la bella grafia .
Di più: la più ricercata, sofisticata, elaborata delle calligrafie. Quella che usavano i monaci e gli scrivani del Medioevo per ricopiare codici preziosi e tramandare fino a noi capolavori altrimenti perduti. A far risorgere un’arte da noi dimenticata (ma invece tenuta in grandissima considerazione nei Paesi orientali) ci pensa una realtà friulana, lo Scriptorium Foroiuliense di Ragogna, dove da tre anni opera una scuola per amanuensi di successo.
«Quando abbiamo aperto, in molti ci hanno preso per pazzi — racconta Roberto Giurano, direttore didattico dei corsi, che l’arte della calligrafia ha appreso fin da ragazzo in un convento di benedettini —. Eravamo cinque sognatori innamorati di quei meravigliosi tratti, vergati con piume d’oca intinte in antichi inchiostri. Contro ogni buon senso abbiamo lanciato la sfida, abbiamo fatto tutto da soli. Il nostro capitale iniziale era di 250 euro».
Eppure. Per gioco, ma non tanto, i cinque amanuensi di Ragogna, temerari come i monaci de Il nome della Rosa , hanno fatto scuola. «Il primo passo è stata la trascrizione in lingua friulana del Vangelo di Marco». Mille copie stampate, una finita nella mani di papa Francesco, regalo della Regione Friuli Venezia Giulia. Un dono singolare, ne ha parlato l’« Osservatore Romano , poi è arrivata una tv austriaca a intervistarci. Uno sponsor ci ha dato mille euro, un altro una lavagna interattiva, il comune ci ha messo a disposizione una saletta per i corsi. Abbiamo preso contatti con la Scuola del Mosaico di Spilimbergo e ci hanno mandato 20 allievi, neanche un italiano». L’arte della calligrafia è contagiosa. «In tre anni qui sono passati 200 allievi. Ma l’attestato finale non è per tutti. I corsi, gratuiti per gli studenti, sono a tre livelli, declinati sui diversi stili: l’onciale, il più antico, quello dei codici miniati, il gotico con cui Gutenberg stampò la celebre Bibbia, e la cancelleresca, fino al 1900 scrittura ufficiale del Vaticano, usata anche per gli atti notarili».
Imparare a tracciarle, scoprirne le finezze segrete, richiede perseveranza e precisione assolute. «In tempi di frammentazione continua dell’attenzione, l’arte della calligrafia diventa un esercizio salvifico, riattiva la concentrazione. Utile, a volte persino terapeutico. Un’allieva affetta da Parkinson quando scrive non trema più. E con dei ragazzi down abbiamo ottenuto magnifici risultati».
Ma poi, nel quotidiano, si trovano sbocchi? «I più bravi non restano certo senza lavoro. I manoscritti da ricopiare sono pochi, ma infinite le richieste di trascrizioni di preghiere, attestati, diplomi, partecipazioni di nozze, alberi genealogici. Un’importante casa di moda ci ha chiesto di collaborare per il lancio di un profumo, un festival di cinema di realizzare i segnaposti per una cena di gala. Siamo andati al Museo della Carta di Fabriano e ora la fabbrichiamo noi stessi come un tempo, con acqua e stracci. E così pure l’inchiostro».
La ricetta, «mescolare noce di galla con acqua piovana e vitriolo romano, aggiungere cocciniglia pestata nel mortaio per il rosso, lapislazzulo per il blu», sa di stregonesco.
«La scrittura stessa, quando sfiora l’arte, diventa magia», assicura Giurano. Una magia che ora ha portato i virtuosi del pennino fino all’Expo. Dal 3 al 9 luglio nel padiglione della Regione Friuli Venezia Giulia, esempio di eccellenza unica nel suo genere. Da associazione culturale per pochi, lo Scriptorium sta diventando una start up, il cui fatturato cresce. «Contro ogni previsione — conclude Giurano — il futuro è ancora tutto da scrivere».