Corriere 14.6.15
La mannaia anti-scandali del Nazareno: circoli dimezzati, solo 15 faranno tessere
Le sezioni passano da 125 a 70. Il rischio (calcolato) di un crollo di iscritti
di M.Gu.
ROMA Sui circoli del Pd di Roma cala la mannaia del Nazareno. Da centoventicinque, diventeranno una settantina: quasi un circolo su due verrà cancellato dalla mappa della Città Eterna, ancora sotto choc per il coinvolgimento del partito nelle inchieste di Mafia Capitale.
Adesso si volta pagina, anche a costo di ridurre sensibilmente il numero degli iscritti. Il commissario Matteo Orfini sta per concludere il censimento dei tesserati per verificarne generalità e buona fede. La «bonifica» potrebbe portare a una riduzione delle attuali diecimila tessere, ma è un rischio calcolato. Al Nazareno, dove hanno aumentato a 30 euro l’offerta minima per l’iscrizione, hanno contato circa 7.500 tesserati in piena regola e sono disposti a cancellarne dagli elenchi uno su quattro, pur di rilanciare l’immagine del Partito democratico. «C’è un Pd sano, fatto da persone che ci mettono la faccia» promette Orfini, al lavoro perché il partito sia «all’altezza delle speranze suscitate nelle persone».
Basta con i circoli fantasma e i finti tesserati. Grazie anche al lavoro scientifico dell’ex ministro Fabrizio Barca, i dem ricominciano il viaggio e provano a convincere gli italiani che la parte pulita e trasparente prevale su quelle poche mele marce, che usano il partito per agguantare denaro o poltrone. Alla base della rivoluzione di Orfini c’è la decisione di aprire 15 maxi-circoli (uno per municipio), dove gli elettori potranno tesserarsi e che saranno guidati da un segretario municipale. Una nuova figura, per la quale Matteo Renzi pensa di affidarsi a dirigenti fidatissimi. Gli altri circoli, quelli che resisteranno alla mannaia moralizzatrice, si chiameranno sezioni e non potranno emettere nuove tessere. Ad esempio nel centro storico di Roma, dove c’erano undici «case» del Partito democratico, ne resteranno soltanto cinque e saranno capitanate dal maxi-circolo numero uno.
Al Nazareno ieri Barca ha presentato con Orfini il progetto «Luoghi idea(li)». Per l’ex ministro le cause dei mali del Pd romano non sono tutte imputabili al territorio, che pure ha le sue responsabilità: «Nella vicenda di Roma c’è stato anche un cinismo nazionale, che negli ultimi anni ha concepito i partiti come uno strumento di bilanciamento del potere». Cosa che, se la dici a un brigante, «il brigante dice “è roba mia”»... Insomma, il Pd è stato usato da alcuni come «uno strumento per fare carriera più rapidamente di altri».
I dem provano a uscire dal pantano, anche grazie al nuovo tesseramento che ha, tra le nuove regole, la richiesta di confermare l’adesione via mail o per sms, pena l’annullamento della tessera. Il senatore Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, si è stancato di aspettarla: «È giugno e non sono ancora riuscito ad averla. L’anno scorso nonostante solleciti e proteste mi fu consegnata a luglio. Ma io la voglio dal primo gennaio dell’anno, come era con i Ds. Da quando c’è il Pd arrivano in ritardo e per me è una grande sofferenza». Ma Orfini assicura che con il nuovo regolamento, «pulito e trasparente», tutto filerà liscio: «Iscrivetevi al Pd».
Barca lo sogna come un partito-palestra, aperto al confronto anche acceso, come se ci fosse «una Leopolda al giorno». La mappatura dei circoli contro la «logica dei capibastone», che ha innescato il degrado morale, sarà presentata il 19 giugno e non è l’unico progetto di Barca. Il professore propone di ridurre i membri della direzione nazionale e introdurre l’incompatibilità tra l’incarico di segretario nazionale e quello di capo del governo. Una norma che impedirebbe a Renzi di guidare sia il Nazareno che Palazzo Chigi.