sabato 13 giugno 2015

Corriere 13.6.15
Inchieste e profughi fanno temere il voto a Roma
di Massimo Franco


La linea ufficiale è di resistenza a oltranza in difesa di Ignazio Marino. Dietro questo schermo, però, il Pd si prepara a scongiurare soprattutto un’eventualità: lo scioglimento del Campidoglio per infiltrazioni mafiose. Sarebbe un disastro di immagine sul piano internazionale, evocato con allarme anche dalla nostra diplomazia. L’alternativa non sembra, però, un appoggio incondizionato al sindaco. Sono piuttosto le elezioni anticipate a Roma: favorendo magari un passo indietro onorevole del «primo cittadino».
L’affiancamento del prefetto Franco Gabrielli a Marino per il Giubileo è stato visto come un suo commissariamento di fatto. E a scacciare la sensazione non basta la telefonata cordiale di ieri tra i due. Non è scontato, però, che la designazione del prefetto preluda ad un ruolo di sindaco-ombra destinato a diventare il candidato del governo. E non solo perché sono già in atto le manovre a sostegno di altri nomi ritenuti in grado di contrastare una marcia trionfale del M5S su Roma: a cominciare dal capo dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone.
Il problema è che una caduta di Marino adesso suonerebbe come una sconfitta: un esito subito e non voluto. In più, con l’inchiesta Mafia Capitale in evoluzione, non si può prevedere come finirà; e quale sarebbe la candidatura da offrire a un’opinione pubblica che al ballottaggio del 2013 toccò un astensionismo superiore al 50 per cento. Non bastasse, si profila un irrigidimento dei partiti sull’immigrazione. La Lega ha fatto da rompighiaccio, con parole d’ordine truci ma di sicura presa. E l’emergenza amplificata costringe a inseguirla.
L’argomento è particolarmente scivoloso, per il Pd, perché a Roma incrocia le indagini della magistratura. Una parte delle imputazioni riguarda infatti il modo criminale col quale sono stati gestiti i centri di accoglienza. Il M5S, teorizza che l’immigrazione è servita per finanziare i partiti; idem la Lega. Su questo sfondo, il tentativo di Palazzo Chigi è quello di accentuare un’immagine a tutto tondo contro la corruzione; di fare pulizia nel partito; e in parallelo di ricostruire una strategia che gli permetta di risalire la china.
Non sarà facile. La minoranza del Pd addita come «incomprensibile» la difesa di Marino e in parallelo l’affidamento a un altro della gestione del Giubileo. E le opposizioni insistono su un Pd garantista solo con amici e alleati. Giustamente, Renzi attacca chi «soffia sul fuoco di paure, minacce, inquietudini». C’è solo da sperare che lo scontro si attenui dopo i ballottaggi di domani in 65 Comuni. «Bisogna staccarsi dal momento elettorale», consiglia il presidente del Senato, Pietro Grasso. Chiede «coesione sociale e solidarietà da parte delle istituzioni. Non si può rifiutare l’accoglienza». Appello saggio, ma controcorrente