giovedì 7 maggio 2015

Repubblica 7.5.15
“Nel Paese c’è un’opposizione sociale che cresce, che non accetta la religione dell’obbedienza e la politica come marketing”
Vendola: “Sel si scioglie pronti a nuovi gruppi. Pisapia il nostro leader? Incarna la nuova sinistra”
La “ditta” di Bersani non c’è più, ormai è il partito della Nazione, un mix di populismo e di trasformismo Cosa farò io? Fuori dal ruolo istituzionale di governatore sarò più libero di dedicarmi a questo progetto.

Intervista di Giovanna Casadio

ROMA «Siamo pronti a costituire gruppi nuovi sia alla Camera che al Senato». Nichi Vendola leader di Sel, è già al lavoro e lancia l’appello per una grande sinistra: «Partiamo con chi ci sta».
Vendola, è arrivato il momento di sciogliere Sel?
«Intanto Sel non ha presentato i propri simboli nella competizione delle regionali. Abbiamo già avviato l’allargamento. Ora possiamo lanciare i gruppi nuovi».
E chi pensa di attrarre?
«Il nostro progetto politico non è la conservazione di un piccolo partito, vogliamo creare una grande sinistra innovativa sul piano politico- culturale».
Con chi farete il gruppo a Montecitorio?
«Innanzitutto nel paese c’è un’opposizione sociale che cresce, che non accetta la religione dell’obbedienza, la politica ridotta a marketing e ritiene sia giunto il momento di tradurre politicamente la domanda di cambiamento che ha riempito le piazze, denunciando l’insopportabilità delle scelte dell’ex Pd».
Ex Pd?
«Sì, ex. Ormai è il partito della Nazione, un mix micidiale di populismo e di trasformismo, di cedimento agli interessi pesanti delle grandi lobby economiche e di radicamento nei territori del mercato elettorale e del voto clientelare. La Campania di De Luca, la Liguria della Paita, la desolante scena siciliana, denunciano questa mutazione genetica che è il partito della Nazione ».
Lei spera che arrivino altri dissidenti dem nelle file di questo rassemblement di sinistra?
«Non sono impegnato in un’opera di reclutamento nel mio contenitore. Mando un messaggio a tutti coloro che pensano che la solitudine dei lavoratori, la precarietà esistenziale dei giovani, la povertà disseminata siano la ragione sociale di una sinistra che non rinuncia ai progetti di trasformazione radicale. Dobbiamo uscire dal bivio: o un riformismo subalterno che smarrisce per strada il tema della giustizia sociale o un radicalismo che si contenta di testimoniare il disagio del mondo».
È un progetto insieme con Landini?
«La “coalizione sociale” di Landini è una prospettiva necessaria a ricostruire vincoli di solidarietà. Altrimenti vince la logica del “ciascuno si salvi da solo”. Ma c’è bisogno di costruire non la somma algebrica delle sinistre sconfitte, bensì una nuova agenda di governo, un nuovo vocabolario di una sinistra che non vuole essere né omologata né minoritaria».
Quali saranno i tempi per sciogliere i gruppi parlamentari di Sel?
«La scomparsa di quella che Bersani chiamava la “ditta” è già un fatto. Perciò a chi è uscito compiendo un atto di coraggio come Civati e Pastorino; a chi sente esaurita l’appartenenza a un luogo, il Pd, così sfigurato; a chi nelle aule parlamentari sta in altri gruppi; a chi, fuori dalle istituzioni sente l’impellenza di rispondere alla domanda di sinistra di cui parla Susanna Camusso, dico: partiamo, è arrivato il tempo. Senza problemi di primato, questioni di leadership. La politica è una schifezza anche perché c’è stata una troppo lunga vacanza della sinistra. La dialettica vecchio/nuovo, lento/veloce che ha sostituito quella tra destra e sinistra, fa vincere un trasversalismo della politica che è la pancia in cui cresce la corruzione».
Chi potrebbe essere il leader alternativo a Renzi? Giuliano Pisapia?
«Non è male ricordare che Pisapia è il miglior sindaco d’Italia, un vero riformatore. Incarna l’immagine di una sinistra dei diritti e delle libertà. Detto questo non tocca a me incoronare o tirare per la giacca...
Lei cosa farà finito il mandato di “governatore” della Puglia?
«Fuori dal ruolo istituzionale, sarò più libero di impegnarmi per questo progetto, questo sogno, questa narrazione. Se non ora, quando?».