domenica 3 maggio 2015

Repubblica 3.5.15
Gerusalemme
“Fauda”, la fiction che piace a ebrei e arabi
di Fabio Scuto


STAVOLTA Avi Issacharoff giornalista di Haaretz e autore di celebrati libri sul terrorismo e Hezbollah come il pluripremiato 3-4 Days , si è misurato con la sceneggiatura di una serie tv che è diventata subito “cult” perché se ne parla a Gerusalemme, a Ramallah, e perfino a Gaza. Fauda (Caos, in arabo) racconta fatti e misfatti di un’unità speciale dell’esercito israeliano, che lavora sotto copertura ed è specializzata nell’arresto di ricercati appartenenti a Hamas. È recitata in arabo e in ebraico, con attori arabi per i ruoli di arabi palestinesi ed ebrei per i ruoli di ebrei israeliani. La trama è quella di una lotta quasi personale fra il capo dell’unità Doron Cavilio ed il principale ricercato Tufik Hamad, detto Abu Ahmad. È anche la storia delle famiglie e dei compagni di lotta, delle miserie dei campi profughi e della paura degli attentati, in cui non esistono buoni e cattivi classici. Doron ed Abu Ahmad hanno personalità simili. Sono disposti a sacrificare tutto, famiglia, affetti, la loro stessa vita, per raggiungere l’obiettivo che si sono posti: la difesa del proprio popolo. Le situazioni sono immaginarie, ma ancorate in una realtà conflittuale, che qualsiasi israeliano che ha servito nell’esercito o qualunque palestinese residente nei Territori occupati conosce troppo bene. L’audience è stata altissima anche nel mondo arabo. Fonti vicine ad Abu Mazen sostengono che anche il raìs sia uno spettatore fedele. Il sito di Hamas da Gaza ha dedicato a Fauda due articoli, entrambi di apprezzamento per il realismo della fiction.