Repubblica 24.5.15
L’ultima sfida di Tsipras: non taglio le pensioni
di Ettore Livini
MILANO. Alexis Tsipras torna a mettere i suoi paletti ai negoziati per il salvataggio della Grecia e si prepara ad affrontare, oltre alle resistenze dei partner Ue, anche i mal di pancia della minoranza di Syriza. «Stiamo lavorando a un compromesso equo da chiudere entro i prossimi giorni — ha detto ieri il premier ellenico al Comitato centrale del partito — Una cosa è certa però: non accetteremo umiliazioni». Noi abbiamo fatto la nostra parte, ripete da giorni, «ora tocca agli altri fare qualche passo verso di noi, rispettando le “linee rosse” che abbiamo fissato da subito ».
Non sarà facile. Le condizioni poste da Atene, a prima vista, paiono allo stato ostacoli insormontabili a una possibile intesa. «Non accetteremo nuove liberalizzazioni del mercato del lavoro — ha ribadito Tsipras — Al contrario: è nostra ferma intenzione ripristinare i contratti collettivi », cancellati a favore di quelli aziendali su richiesta della Troika. Porta chiusa pure a nuovi tagli alle pensioni. «I creditori insistono su argomenti di questo tipo solo per provare a mascherare il clamoroso fallimento della loro ricetta d’austerità».
«I negoziati sono allo sprint finale — ha concluso — E’ stato un periodo molto difficile per tutti ma ora è il momento di fare lo sforzo finale e anche gli oligarchi che remano contro dovranno imparare a pagare le tasse e fare la loro parte per salvare il Paese ». Le difficoltà dei prossimi giorni sono chiare già da come sono state accolte le parole di ieri del premier. Che non sono piaciute a Bce, Ue e Fmi per le frasi su lavoro e pensioni, ma risultano indigeste pure per l’ala più radicale di Syriza che solo a sentire parlare di compromesso accende la spia dell’allarme. Un’intesa, in teoria, è necessaria in tempi brevi per sbloccare l’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi. Senza questi soldi la Grecia non può probabilmente pagare i 305 milioni che deve al Fondo Monetario Internazionale e senz’altro non è in grado di rispettare le altre scadenze che seguono a ruota. Lo sa anche l’opposizione interna nel partito del premier. E non a caso Piattaforma di Sinistra, la corrente di minoranza che fa capo al ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, starebbe preparando un piano di finanziamenti alternativi che sfrutterebbe aiuti della Russia.
Il timore di una deriva verso est di Atene tiene sulle spine anche la Casa Bianca e non a caso ieri il sottosegretario al Tesoro Usa Jack Lew si è sentito un’altra volta con Tsipras sollecitandolo a stringere i tempi. La stessa Cancelliera Angela Merkel, in caso di intesa, sarebbe pronta a caldeggiarla in prima persona in Parlamento sventolando il tema dei rischi geopolitici legati a una possibile rottura con Atene. Una scommessa difficile, visti i dubbi di molti membri del suo partito.
Ognuno insomma, ha le sue gatte da pelare. Ieri sera intanto ad Atene piccoli gruppi di anarchici hanno bruciato un pullman nella zona del Politecnico e si sono scontrati con la polizia nel corso di una manifestazione contro l’imperialismo tedesco.