Repubblica 23.5.15
Ancora freni ai super presidi il collegio docenti premierà i prof
Il governo apre alle richieste dei sindacati in vista dell’approdo della legge al Senato E mercoledì riprende la trattativa
di Francesco Bei, Corrado Zunino
ROMA Il governo apre ancora. Ai docenti schierati contro “La buona scuola”, ai sindacati che lunedì incontreranno il ministro Stefania Giannini al Miur, alla minoranza del Pd che si oppone al preside potente. Le trattative informali sono già partite e diventeranno richieste esplicite nei due giorni di audizioni che mercoledì prossimo — con Francesca Puglisi (Pd) e Franco Conte (Ap) relatori — apriranno il viaggio del disegno di legge in Senato. Ci sono tre punti su cui governo e sindacati discuteranno per trovare una mediazione. Un quarto è già condiviso: il “bonus school”, ovvero la possibilità per un privato di finanziare un istituto scolastico, avrà un tetto. Nessuno potrà investire cifre che in qualche modo lo autorizzino a dettare condizioni.
Le altre tre questioni sono desiderata del sindacato sulle quali il governo è disposto a trattare. Quella di maggior rilievo è la riapertura del capitolo assunzioni. Oggi, dopo il voto alla Camera, il ddl 2294 dice che i 101.700 neoinsegnanti saranno presi (e portati in cattedra il prossimo 1 settembre) dalle Graduatorie a esaurimento, la prima fascia. Quindi, 4.200 idonei al concorso 2012 saranno assunti nel 2016. Tutti gli altri abilitati dovranno passare per il concorso del 2016. Le seconde fasce potranno entrare, solo per fare supplenze, in quelle discipline dove non ci saranno più precari Gae da assumere. Ecco, il sindacato, che in chiaro chiede un piano di stabilizzazione ben più ampio dei 160mila assunti nei prossimi due anni, nelle trattative riservate si accontenta dell’assunzione di una fetta di docenti abilitati di seconda fascia — 25mila — che ha già fatto supplenze per almeno tre stagioni (i 36 mesi indicati dalla Corte di giustizia europea). Il governo potrebbe aprire e immaginare una stabilizzazione graduale limitata ai “+36 mesi”: dentro in tre anni, saltando il concorso. Poiché i numeri degli assunti totali — 160 mila in due stagioni — devono comunque restare fermi, la stabilizzazione dei “+36 mesi” significherebbe far scendere il bando 2006 da 60 mila posti a 35 mila. I responsabili scuola del Pd, tuttavia, sono scettici sull’ipotesi del governo: assumere solo una parte dei seconda fascia potrebbe invitare a ricorsi di massa da parte dei 125 mila esclusi presenti nella stessa graduatoria. Un’altra richiesta del sindacato su cui il governo apre è la gestione dei 200 milioni di premi ai professori migliori. Dalla versione iniziale (li assegna il preside), si era passati alla versione edulcorata (li assegna il preside su criteri stabiliti da un comitato di valutazione). Ora in Senato si potrebbe decidere che una quota dei premi sarà assegnata ai docenti dallo stesso collegio docenti. L’ultima apertura il governo la potrebbe fare sui bacini territoriali, e anche questa sarebbe una limatura dei poteri del dirigente scolastico. In questi “bacini” dove saranno collocati i neoassunti i sindacati vogliono ristabilire le graduatorie: chi è più in alto potrà scegliere la scuola dove vorrà insegnare. Il governo potrebbe trovare un sistema ibrido in cui a fianco della graduatoria resiste la “chiamata diretta” del preside.
Ieri in serata Francesca Puglisi ha dovuto rinunciare a un convegno sulla scuola allestito per oggi a Bologna dalla Cgil. Cambio di sede all’ultimo, possibili contestazioni in vista, sicurezza non garantita. La Puglisi ha declinato l’invito, la Cgil ha gradito.