Repubblica 17.5.15
Regole dei partiti, ecco la proposta del Pd
A giorni alla Camera il testo che punta ad attuare l’art. 49 della Costituzione: con Guerini e Orfini lo firma Stumpo della minoranza
Prevista la “personalità giuridica”: sulle controversie parola ai giudici. Primarie non obbligatorie
di Tommaso Ciriaco
ROMA La proposta del Pd per regolare la democrazia interna dei partiti è pronta. Sarà depositata alla Camera la prossima settimana, con l’obiettivo di avviare la discussione entro l’estate. Le firme in calce al testo sono il timbro dei massimi vertici del renzismo: Lorenzo Guerini e Matteo Orfini. Ma il terzo nome, quello del bersaniano Nico Stumpo, dimostra che stavolta i dem sono meno divisi del solito. E fanno sul serio. Il progetto non prevede primarie obbligatorie e conferisce personalità giuridica ai partiti. Con una prima, decisiva conseguenza: l’iscritto che considera violato lo statuto potrà rivolgersi a un magistrato per reclamare giustizia.
Come anticipato da Repubblica, è Matteo Renzi a sollecitare un intervento per regolare la vita dei partiti. Un principio sancito dalla Costituzione e mai attuato. Ma anche una mossa utile a pacificare un Pd ancora scosso dall’approvazione dell’Italicum. «Così si completa la riforma elettorale — spiega Orfini —. Perché con il premio di maggioranza, i partiti devono essere trasparenti». La proposta non sarà blindata: «Puntiamo al massimo consenso, nel Pd e fuori dal Pd — assicura Guerini — Verificheremo la sensibilità delle altre forze politiche, ma noi siamo disposti ad accelerare per arrivare presto al traguardo».
La proposta, a dire il vero, assomiglia moltissimo a quella depositata alcune settimane fa dai deputati di “Sinistra dem” Paolo Fontanelli e Gianni Cuperlo. E non si allontana poi molto dal progetto messo agli atti a Palazzo Madama da Ugo Sposetti. Ma cosa prevede il progetto elaborato dalla segreteria dem? Per diventare associazioni riconosciute, i partiti dovranno dotarsi di uno statuto e iscriversi a un registro. Acquisendo personalità giuridica, si applicherà il codice civile. E di fronte a una presunta violazione statutaria, il singolo iscritto potrà rivolgersi agli organismi interni o a un giudice per far rispettare le norme.
Già con la legge sul finanziamento voluta da Enrico Letta si prevedeva la necessità di uno statuto, la partecipazione degli iscritti e un metodo democratico per le candidature. «Noi ora garantiamo l’obbligatorietà di questi contenuti», sottolinea Orfini. Regole certe, allora, nella contesa tra maggioranza e minoranza interna e nella selezione dei candidati. Non sarà obbligatorio godere di personalità giuridica per correre alle elezioni (anche se qui il ragionamento un po’ si incastra, visto che l’Italicum obbliga i partiti ad avere uno statuto). Le primarie, come detto non saranno obbligatorie per legge. «E però dopo questo intervento — promette Guerini — si potrà ragionare di una legge sulle primarie e di un provvedimento che regoli le Fondazioni e le lobby. Un passo alla volta». Siccome l’obiettivo è allargare il consenso parlamentare, tocca a Maria Elena Boschi coordinare informalmente le proposte della maggioranza. Con lei, ad esempio, si confronta anche Gaetano Quagliariello: «La proposta di Ncd — annuncia — è quasi pronta».
Almeno sul nodo dell’articolo 49, comunque, il Pd non sembra disposto a spaccarsi. «Non solo lavoriamo assieme — assicura Orfini — ma parallelamente stiamo elaborando la revisione dello Statuto, che poi sottoporremo agli iscritti». Dalla minoranza, non a caso, arrivano segnali distensivi: «Per raggiungere la massima convergenza — sostiene Cuperlo — nella nostra proposta non abbiamo previsto primarie obbligatorie per legge e abbiamo tenuto fuori anche il tema del finanziamento pubblico». Un punto, quest’ultimo, che è invece capace di dividere ancora i dem.